Il nome del Blog nasce da una canzone dei Nomadi che è il mio gruppo preferito

Benvenuto

Ciao a Tutti
sono Claudio e vi do il benvenuto sul mio Blog

mercoledì 19 dicembre 2007

Preghiera contro l'invidia

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Preghiera contro l'invidia
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(Fonte non specificata)

Signore, troppo spesso
sono preoccupato a giudicare gli altri,
dimenticando di ringraziarti
per i doni che mi hai fatto.
Perdonami di voler somigliare agli altri,
dimenticando di essere me stesso,
di invidiare le loro qualità,
dimenticando di sviluppare le mie.
Perdonami di essere troppo preoccupato
dall'impressione che faccio,
dall'effetto che produco,
di quello che si pensa e si dice di me.
Donami la capacità
di riconoscere e apprezzare le mie qualità
e di accettare, allo stesso tempo, i miei limiti.
Donami il coraggio di offrirmi agli altri e a Te
per quello che sono
e non per quello che gli altri
vogliono che io sia.
Donami, infine, la capacità di accettare gli altri
senza soffrire per le loro qualità,
ma al contrario,
donando a loro tutto me stesso,
arricchendoli col mio amore.

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domenica 9 dicembre 2007

Se Uccidi… Diventi un Testimonials ?

Se Uccidi… Diventi un Testimonials ?

Firenze, 18 novembre 2007 - Spero solo di aver letto male o che la notizia che tanto mi ha colpito, pubblicata da Libero, sia stata, come si dice in gergo, un po' forzata. Comunque se le cose stanno come ce le hanno raccontate la situazione è questa: Marco Ahmetovic, il giovane rom che ubriaco fradicio alla guida del suo furgone uccise nell'aprile scorso quattro ragazzi nelle Marche, sarebbe diventato testimonial di una marca di jeans e starebbe per diventarlo di un'altra di occhiali.

Lui, condannato in primo grado a sei anni e mezzo di reclusione per omicidio colposo, sta scontando la pena agli arresti domiciliari (e a spese nostre) in un residence di San Benedetto del Tronto (appartamento con terrazza vista mare). Fra un'abbronzatura e l'altra avrebbe trovato il tempo di incontrare un manager, ditte pronte ad investire a suon di migliaia di euro sulla sua specchiata personalità, e starebbe anche scrivendo un libro dal titolo 'Anch'io sono un essere umano'. Insomma, una vera e propria piccola star in divenire.

Questi sono solo gli inizi. Robetta, i 'rom jeans' o i 'rom glasses'. Poi arriveranno (se un giudice di manica larga concederà di uscire da quel noioso residence per qualche ora) i primi servizi fotografici, le serate in discoteca, qualche comparsata in tv locali, poi le riviste di gossip, e finalmente il grande salto: la tv nazionale. Prima qualche programmino a notte fonda, poi via via in un crescendo senza limiti, i programmi del pomeriggio e poi, se tutto va come deve andare, i talk show di seconda serata. Il massimo del successo. Se poi dovesse arrivare anche il cinema… No, non mettiamo limiti alla provvidenza che quella sera gli ha fatto investire e uccidere quei quattro poveri ragazzi.

Lui nel noioso residence a firmare contratti da testimonial, loro in quella noia senza fine chiamata bara, un paio di metri sotto terra. Ma certo bisogna capire e perdonare, come ci ha insegnato lo Stato da alcuni anni. Sopportare e andare avanti. E dare dei begli insegnamenti ai figli che, poveretti, chiedono spesso cosa faranno da grandi.

E tu lì a cercare risposte adatte ai tempi. Allora, se sei donna, per trovarti benino nella vita, non importa studiare. L'importante è tentare almeno di diventare velina. Qualche concorsino da miss, qualche fotografo 'giusto', qualche scandaletto tanto per apparire, e poi su su. Ricordandosi di 'essere sempre gentile'. Il massimo della disponibilità potrebbe essere concesso se non proprio a un ministro, al portavoce o al segretario dello stesso. O addiruttura alla guardia del corpo. Se invece sei maschio le cose sono un po' più in salita.

La via più breve per la celebrità, se uno è ragazzo, è far fuori i nonni perché ti hanno rifiutato la pensione per un po' di sana coca (una scusa del genere fa sempre effetto) vivisezionarli e mettere tutto su YouTube. Un successone. Se sei invece un po' più grandino la cosa è più complicata di questi tempi. Comunque il consiglio migliore è sempre quello di mettersi a fare il terrorista: basta un agente ammazzato così tanto per fare, un po' di molotov da tirare contro qualche caserma, dichiararsi prigioniero politico e poi pentirsi. Dopo pochi anni di galera, lo Stato ti riconoscerà tutti i diritti e ti ricompenserà per tutto quello che hai fatto.

Non so con che occhi guardiate voi questa società: con gli occhi di sinistra, di centro, di destra, con gli occhi di Diliberto che vuol portare in Italia la mummia di Lenin o con quelli di Storace che forse pensa ancora al Duce. Una cosa è certa: spero che concordiate che questa società così come si presenta è davvero malata. E che ha bisogno urgente di cure. Ma continuo a sperare di aver letto male la notizia che riguarda il signor Marco Ahmetovic, rom con quattro giovani vite sulla coscienza.

Fonte


Eccolo qui Alessio Sundas in tutto il suo splendore…

Il Signor Alessio Sundas, manager del ragazzino in questione dichiara che: "(…) Ho investito soldi per questo con un'equipe di nove tra produttori e grafici che hanno studiato e creato i prodotti oggi ambitissimi da aziende di gran nome". E ancora: "Insomma, non mi fermo, il meccanismo economico che si è creato ora non può bloccarsi"…

Non è interessato il Signor Alessio al messaggio sbagliato che sta trasmettendo ai nostri ragazzi ?

Evidentemente no, al Sundas piacciono molto gli Euri…

"Ravanando" in internet, che troviamo dal sito di

MI MANDA RAI 3 ?

Il mondo della moda e dello spettacolo può coinvolgere giovani e giovanissimi. Spesso sono però i genitori a credere in questo sogno per i propri figli. Quello che però non si immaginano è che bisogna stare davvero molto attenti a chi ci si rivolge, altrimenti si rischia, non solo di spendere inutilmente il proprio denaro, ma di non sapere nemmeno dove vanno a finire le fotografie del proprio bambino.

È questa la disavventura capitata ad alcuni genitori che, intervenuti a Mi Manda RaiTre, hanno raccontato di essere stati attratti dal mondo dello spettacolo, con la prospettiva di poter far partecipare i loro figli a casting per pubblicità e fiction televisive, e di avere per questo cercato un'agenzia che potesse aiutarli a realizzare questo loro desiderio.

Navigando su internet, sono tutti incappati nella "Alessio Sundas Management", un'agenzia di moda il cui titolare, Alessio Sundas appunto, prometteva grandi prospettive e contratti di lavoro immediati per i piccoli modelli. Promesse però mai mantenute
nonostante le cifre, a volte considerevoli, che alcuni genitori avevano investito nel progetto.

Alessio Sundas, intervenuto in diretta durante la trasmissione, non ha saputo spiegare che fine avessero fatto tutti i soldi versati dagli ignari genitori. Nonostante infatti abbia continuato sempre a sostenere di aver utilizzato quel denaro per confezionare i book fotografici dei bimbi, non c'è alcuna prova tangibile che li abbia veramente realizzati, nè tantomeno che li abbia inviati, come da lui sostenuto, ad agenzie di moda.

Anna Bartolini, intervenuta sul caso in questione, ha consigliato a chi fosse incappato in una situazione di questo tipo di rivolgersi immediatamente ad un legale per cercare di recuperare il maltolto.

Fonte

Volete esprimere il Vostro indice di gradimento al Signor Sundas…

Via telefono ? Tel 06 54832824

Via Fax ? Fax 0654834000

 
 

Via e mail ? Clicca qui

 
 

Allora fatelo !

Perchè tutto sto schifo finisca !

 
 

Grazie a tutti.

IL COMITATO TROVIAMO I BAMBINI

martedì 4 dicembre 2007

Chiesi a Dio

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Chiesi a Dio
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(Kirk Kilgour)

Chiesi a Dio di essere forte
per eseguire progetti grandiosi:
Egli mi rese debole per conservarmi nell'umiltà.
Domandai a Dio che mi desse la salute
per realizzare grandi imprese:
Egli mi ha dato il dolore per comprenderla meglio.
Gli domandai la ricchezza per possedere tutto:
Mi ha fatto povero per non essere egoista.
Gli domandai il potere perché gli uomini avessero bisogno di me:
Egli mi ha dato l'umiliazione
perché io avessi bisogno di loro.
Domandai a Dio tutto per godere la vita:
Mi ha lasciato la vita perché potessi apprezzare tutto.
Signore, non ho ricevuto niente di quello che chiedevo,
ma mi hai dato tutto quello di cui avevo bisogno
e quasi contro la mia volontà.
Le preghiere che non feci furono esaudite.
Sii lodato; o mio Signore, fra tutti gli uomini
nessuno possiede quello che ho io!"

(scritta da Kirk Kilgour, famoso pallavolista rimasto paralizzato nel '76 a seguito di un incidente durante un allenamento. La preghiera è stata letta da lui in persona di fronte al Papa durante il Giubileo dei malati a Roma)

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venerdì 30 novembre 2007

Il sentiero che porta a Dio

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Il sentiero che porta a Dio
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(anonimo)

Non lasciare
che passi un solo giorno
senza che si sia levato
un raggio di felicità
su un cuore triste.

Chi, nel cammino della vita,
ha acceso anche soltanto una fiaccola
nell'ora buia di qualcuno,
non è vissuto invano.

In ogni avvenimento
passa un sentiero che porta a Dio.

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venerdì 23 novembre 2007

La partenza di Francesco di Assisi

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La partenza di Francesco di Assisi
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(Christian Bobin, Francesco e l'Infinitamente piccolo)

Tanta poca immaginazione fa veramente disperare dell'uomo.
Credono di maturare perché hanno dei figli.
Credono di amare perché non osano più tradire la moglie.
Non avranno fatto altro che invecchiare.
Non avranno fatto altro che essere vecchi.
Guardami, me ne vado per i cammini dell'infanzia.
Ti devo un po' di soldi, quelli che ti ho preso per lanciarli a Dio.
Tu che conosci il prezzo delle cose, tu che delle cose non conosci che il prezzo, guarda, mi tolgo i vestiti.
...posso dunque andarmene nudo come una pietra, nudo come un filo d'erba, nudo come la prima stella nel cielo buio.
Abramo si è levato. Gli era stato domandato infinitamente. Gli era stato richiesto di abbandonare la famiglia, il paese, gli amici.
Si domanda sempre infinitamente a chi desidera con un desiderio infinito.
E Abramo si è levato, è partito.
E Mosè, e Davide, e tutti si sono levati, e nel gesto del levarsi han perduto i loro abiti di lingua, i loro abiti d'amicizia, i loro abiti di saggezza, e tutti hanno ricevuto l'infinito nel cuore messo a nudo.
A sua madre che insisteva perché rientrasse a casa, vergognosa di vederlo girovagare con una dozzina di fannulloni, Cristo ha risposto: dov'è la mia vera famiglia, chi sono i miei cari?
E sua madre non ha capito. Allora come potresti capire tu?
Ritorno alla mia vera famiglia.
Ritorno fra quanti son partiti senza più sapere chi fossero, dove andassero.
Oh padre io commerciante, oh padre mio che vorresti impedirmi di crescere, sai quanta violenza occorre per gioire di vera dolcezza?
Non sposo una chimera.
Non è la purezza che voglio. La purezza lascia l'impuro al di fuori di lei, e io non voglio più un di fuori, non voglio più saperne di una chiesa coi suoi angeli nel coro e i suoi diavoli sulla strada, il viso schiacciato contro le vetrate come dei poveri a Natale alle finestre del fornaio.
Voglio solo la vita nuda e fraterna.
Oh padre io ragionevole, padre mio ragionatore, ti hanno insegnato che c'era un posto per ogni cosa, hai dunque creduto che ci fosse anche un rango per ciascuno, e io vengo a dirti che non è così: non saremo in un certo ordine che in paradiso.
Nell'attesa di quel giorno che verrà, che necessariamente verrà, che indubbiamente verrà, nell'attesa di quel giorno in cui saremo pigiati in grembo a Dio come soldi in fondo a una tasca, voglio entrare in tutti i giardini chiusi, scavalcare tutti i muri di pietra, andare ovunque, in disordine.
Ieri sognavo principesse e cavalieri.
Oggi ho trovato qualcosa che è più grande del mio sogno.
L'amore ha risvegliato la mia vita assopita.
Ho trovato la vita e parto incontro a lei, mi batterò per lei e servirò il suo nome.
Parto. Che puoi fare per impedirmelo?
Ti lascio fino all'ultimo dei miei vestiti. Si trattengono le persone con tutto ciò che si dona loro.
Ti ho reso quanto mi hai dato, tranne la vita.
Ma la vita mi viene da qualcosa di superiore a te.
La vita mi viene dalla vita stessa, ed è verso di lei che vado, verso la mia amica dagli occhi di neve, mia piccola fonte, mia sola sposa.
La vita, nient'altro che la vita.
La vita, tutta la vita.

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venerdì 16 novembre 2007

Insegnaci a non amare solo noi stessi

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Insegnaci a non amare solo noi stessi
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(Raoul Follereau)

Insegnaci, Signore, a non amare solo noi stessi,
a non amare soltanto i nostri cari,
a non amare soltanto quelli che ci amano.
Insegnaci a pensare agli altri,
ad amare anzitutto quelli che nessuno ama.
Concedici la grazia di capire che in ogni istante,
mentre noi viviamo una vita
troppo felice e protetta da te,
ci sono milioni di esseri umani,
che pure sono tuoi figli e nostri fratelli,
che muoiono di fame
senza aver meritato di morire di fame,
che muoiono di freddo
senza aver meritato di morire di freddo.
Signore abbi pietà di tutti i poveri del mondo;
e non permettere più, o Signore,
che viviamo felici da soli.
Facci sentire l'angoscia della miseria universale
e liberaci dal nostro egoismo.

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lunedì 12 novembre 2007

Un giorno da non buttare

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Un giorno da non buttare
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(Tonino Lasconi, Amico Dio)

Padre, oggi come sempre
fammi trovare il tempo
per quello che più conta:
aiutarci a essere felici.

Non lasciare che si spenga in me
il desiderio
di incontrare gli altri
e di stare con loro
per rendere più abitabile,
più accogliente, più umano,
il luogo che ci hai donato
per vivere.

Aiutami a non dimenticare
che dobbiamo vivere tutti
come amici.

Fammi ricordare sempre
che non mi verrà chiesto
il conto di tante cose
ma che sarò giudicato
sull'amore.

Padre,
donami la forza
di non restare
in disparte e isolato
ma di essere interessato,
sincero,
vivace e amico di tutti.

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Blog VivoForte

sabato 10 novembre 2007

Preghiera di offerta

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Preghiera di offerta
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(Mons. L. Giussani)

Signore,riconosco
che tutto
da Te viene,
tutto è grazia,
gratuitamente dato,
misterioso,
che non posso decifrare,
ma che io accetto,
secondo le circostanze
in cui si concreta
tutti i giorni,
e te lo offro,
e tutte le mattine
te lo offro,
e cento volte
durante il giorno,
se Tu hai la bontà
di farmelo ricordare,
io te lo offro.
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lunedì 5 novembre 2007

LUTTO NEL MONDO DELLO SPORT



LUTTO NEL MONDO DELLO SPORT



È morto il Barone Nils Liedholm



Il tecnico di Roma e Milan aveva 85 anni. Da allenatore vinse due scudetti



ROMA - Lutto nel mondo del calcio. È morto Niels Liedholm. L'ex calciatore e allenatore svedese aveva 85 anni. Il «Barone» è scomparso a Cuccaro, nel Monferrato. Liedholm è morto nelle prime ore del pomeriggio nella tenuta in cui viveva ormai da diversi anni con la famiglia. Malato da tempo, la scorsa settimana la guardia medica di Cuccaro era stata costretta ad intervenire per una crisi respiratoria. Le condizioni di salute del campione svedese, purtroppo, sono però peggiorate irrimediabilmente. I funerali si svolgeranno giovedì alle ore 11 presso la parrocchia Santa Maria Assunta di Cuccaro.

I SUCCESSI - Una carriera, quella di Liedholm, caratterizzata dai successi in campo (celebre il trio rossonero Gre-No-Li formato con Gunnar Gren e Gunnar Nordahl) e in panchina. Due gli scudetti vinti da allenatore: con il Milan nel '79 e con la Roma nell'83



La biografia



Liedholm, la lunga carriera del Barone



Calciatore e allenatore: da San Siro con il Milan fino a Verona, Monza, Varese, Fiorentina e Roma



MILANO - Nils Liedholm (nato a Valdemarsvik, 8 ottobre 1922 e morto il 5 novembre 2007, come già riporta il sito wilkipedia da cui è tratta gran parte di questa biografia) è stato un ex calciatore e allenatore di calcio svedese. In Italia era stato soprannominato «Il barone».

Dal 1942 al 1949 disputò sette stagioni nel campionato di calcio svedese, poi si trasferì in Italia nelle fila del Milan dove rimase fino al ritiro agonistico nel 1961, totalizzando 359 presenze e 81 gol. In maglia rossonera fu affiancato dai connazionali Gunnar Gren e Gunnar Nordahl, con cui formò il trio Gre-No-Li. Vinse quattro scudetti e due Coppe Latine. Con la nazionale svedese vinse la medaglia d'oro alle Olimpiadi del 1948, e giunse secondo ai mondiali del 1958 in casa alle spalle del Brasile.

Dopo aver smesso di giocare a 39 anni, il Barone, nel 1963 divenne allenatore. Le squadre da lui allenate furono il Milan, il Verona, il Monza, il Varese, la Fiorentina e la Roma. Da allenatore vinse due volte il campionato italiano di calcio, con il Milan nel 1979 e con la Roma nel 1983. Dopo l'ultima stagione da allenatore nel 1996-1997, passò al giornalismo come commentatore sportivo. Negli ultimi anni Liedholm era proprietario di un'azienda vinicola a Cuccaro Monferrato. Quando decise di venire a giocare in Italia, una leggenda vuole che dicesse al padre «Tranquillo papà, un anno, massimo due e poi torno» . Una curiosità: Nils Liedholm è raffigurato sulla prima copertina dell'album "Calciatori Panini".

venerdì 2 novembre 2007

è morto Don Oreste Benzi



Il sacerdote si è spento a 82 anni. Due giorni fa aveva avuto un malore
Guidava la comunità "Papa Giovanni XXIII". Lunedì i funerali

Rimini, è morto Don Oreste Benzi
Il Papa: "Apostolo della carità"




RIMINI - Don Oreste Benzi, presidente e fondatore della comunità Papa Giovanni XXIII, è morto la scorsa notte, alle 2, nella sua abitazione a Rimini per un attacco cardiaco. Aveva 82 anni.

La camera ardente verrà allestita oggi a partire da mezzogiorno nella parrocchia La Resurrezione, in via della Gazzella. Il funerale si svolgerà lunedì alle 10.30 nel Duomo di Rimini. "E' stato un infaticabile apostolo della carità a favore degli ultimi e degli indifesi facendosi carico di tanti gravi problemi sociali che affliggono mondo contemporaneo" afferma Benedetto XVI.

Don Benzi si è sentito male verso l'1.30 nel suo alloggio, nella parrocchia della Resurrezione. L'altro sacerdote che abitava con lui, don Elio Piccari, ha subito chiamato il 118. Inutili, però, tutti i tentativi di rianimazione. Secondo il referto, il cuore del sacerdote si è fermato alle 2.22. "Don Oreste - racconta Stefano Paradisi, tra i responsabili della segreteria generale della comunità - aveva già accusato un malore due giorni fa. Proprio questa mattina si sarebbe dovuto sottoporre a controlli nel reparto di cardiologia dell'ospedale cittadino". Giampiero Cofano, della segreteria dell'Associazione racconta gli ultimi istanti di vita del sacerdote: "E' stato sorridente fino alle fine, ci ha lasciato col sorriso. Era consapevole, ha detto 'muoio, muoio'".

Don Oreste Benzi nasce il 7 settembre 1925 a S.Clemente, un paesino nell'entroterra collinare romagnolo a 20 km da Rimini, da una famiglia di operai, settimo di nove figli. A 12 anni entra in seminario a Rimini e viene ordinato sacerdote il 29 giugno 1949. Punta sui giovani e si dedica alla costruzione di una casa alpina ad Alba di Canazei (Trento) per soggiorni di adolescenti, realizzata dal 1958 al 1961.

Nel '68, dà vita all'associazione Papa Giovanni XXIII e guida l'apertura della prima Casa Famiglia a Coriano il 3 luglio 1972. Oggi l'associazione conta tra l'altro 200 case-famiglia e oltre 30 comunità terapeutiche per il recupero dei tossicodipendenti.

"E' stato un sacerdote che ha centrato l'obiettivo di salvare e dare assistenza a tante persone in difficoltà a tanti sfruttati e diseredati. Una vita spesa con gioia al servizio del prossimo" dice il presidente del Consiglio Romano Prodi.

(2 novembre 2007)

giovedì 1 novembre 2007

Che fortuna !!!

Noi che ci divertivamo anche facendo "Strega comanda color"

Noi che facevamo "Palla Avvelenata".

Noi che giocavamo regolare a "Ruba Bandiera".

Noi che non mancava neanche "dire fare baciare lettera testamento".

Noi che ci sentivamo ricchi se avevamo "Parco Della Vittoria e Viale Dei
Giardini".

Noi che i pattini avevano 4 ruote e si allungavano quando il piede cresceva.

Noi che mettevamo le carte da gioco con le mollette sui raggi della
bicicletta.

Noi che chi lasciava la scia più lunga nella frenata con la bici era il più
figo.

Noi che "se ti faccio fare un giro con la bici nuova non devi cambiare le
marce".

Noi che passavamo ore a cercare i buchi sulle camere d'aria mettendole in
una bacinella.

Noi che ci sentivamo ingegneri quando riparavamo quei buchi col tip-top.

Noi che il Ciao si accendeva pedalando.

Noi che suonavamo al campanello per chiedere se c'era l'amico in casa.

Noi che facevamo a gara a chi masticava più bigbabol contemporaneamente.

Noi che avevamo adottato gatti e cani randagi che non ci hanno mai attaccato
nessuna malattia mortale anche se dopo averli accarezzati ci mettevamo le
dita in bocca.

Noi che quando starnutivi, nessuno chiamava l'ambulanza.

Noi che i termometri li rompevamo, e le palline di mercurio giravano per
tutta casa.

Noi che dopo la prima partita c'era la rivincita, e poi la bella, e poi la
bella della bella..

Noi che giocavamo a "Indovina Chi?" anche se conoscevi tutti i personaggi a
memoria.

Noi che giocavamo a Forza 4.

Noi che giocavamo a fiori frutta e città (e la città con la D era sempre
Domodossola).

Noi che ci mancavano sempre quattro figurine per finire l'album Panini.

Noi che avevamo il "nascondiglio segreto" con il "passaggio segreto".

Noi che giocavamo per ore a "Merda" con le carte.

Noi che le cassette se le mangiava il mangianastri, ci toccava Riavvolgere
il nastro con la BIC.

Noi che in TV guardavamo solo i cartoni animati.

Noi che avevamo i cartoni animati belli.!!

Noi che litigavamo su chi fosse più forte tra Goldrake e Mazinga(Goldrake,
ovvio..)

Noi che guardavamo "La Casa Nella Prateria" anche se metteva tristezza.

Noi che abbiamo raccontato 1.500 volte la barzelletta del fantasma
formaggino.

Noi che alla messa ridevamo di continuo.

Noi che si andava a messa se no erano legnate.

Noi che si bigiava a messa. Noi che ci emozionavamo per un bacio su una
guancia.

Noi che non avevamo il cellulare per andare a parlare in privato sul
terrazzo.

Noi che i messaggini li scrivevamo su dei pezzetti di carta da
passare al compagno.

Noi che si andava in cabina a telefonare.

Noi che c'era la Polaroid e aspettavi che si vedesse la foto.

Noi che non era Natale se alla tv non vedevamo la pubblicità della Coca Cola
con l'albero.

Noi che le palline di Natale erano di vetro e si rompevano.

Noi che al nostro compleanno invitavamo tutti, ma proprio tutti, i nostri
compagni di classe.

Noi che facevamo il gioco della bottiglia tutti seduti per terra.

Noi che alle feste stavamo sempre col manico di scopa in mano.

Noi che se guardavamo tutto il film delle 20:30 eravamo andati a dormire
tardissimo !!!

Noi che giocavamo a calcio con le pigne.

Noi che le pigne ce le tiravamo pure.

Noi che suonavamo ai campanelli e poi scappavamo.

Noi che nelle foto delle gite facevamo le corna e eravamo sempre sorridenti.

Noi che a scuola andavamo con cartelle da 2 quintali.

Noi che quando a scuola c'era l'ora di ginnastica partivamo da casa in tuta.

Noi che a scuola ci andavamo da soli, e tornavamo da soli.

Noi che se a scuola la maestra ti dava un ceffone, la mamma te ne dava 2.

Noi che se a scuola la maestra ti metteva una nota sul diario, a casa era il
terrore.

Noi che le ricerche le facevamo in biblioteca, mica su Google.

Noi che internet non esisteva.

Noi che "Disastro di Cernobyl" vuol dire che non potevamo bere il latte alla
mattina.

Noi che compravamo le uova sfuse, e la pizza alta un dito, con la
carta del pane che si impregnava d'olio.

Noi che si poteva star fuori in bici il pomeriggio.

Noi che se andavi in strada non era così pericoloso.

Noi che però sapevamo che erano le 4 perchè stava per iniziare BIM BUM BAM.

Noi che sapevamo che ormai era pronta la cena perchè c'era Happy Days.


Noi che il primo novembre era "Tutti i santi", mica Halloween!!!

Che fortuna amici!

martedì 30 ottobre 2007

Carina, pensateci…

Don Bosco era un santo
che voleva bene ai ragazzi
e voleva soprattutto aiutarli ad essere buoni
e crescere nella vita cristiana.
Per questo spiegava loro quanto fosse importante
il sacramento della confessione.
Proprio a questo scopo raccontò
una volta ai suoi ragazzi questo sogno singolare.
Sognai di trovarmi in chiesa,
in mezzo a una moltitudine di ragazzi
che si preparavano alla confessione.
Parecchi di loro attorniavano il mio confessionale.
A un tratto vidi, con enorme sorpresa,
che molti di quei ragazzi avevano tre cordicelle intorno al collo.
"Perché porti quelle cordicelle al collo?" domandai a uno.
"Toglile!". "Non posso" rispose.
"C'è qualcuno che le tiene, dietro di me".
Mi avvicinai ancora e vidi che dietro alle spalle del ragazzo
spuntavano due lunghe corna;
guardai meglio e mi accorsi che le cordicelle
erano strette negli unghioni
di una brutta bestia con un espressione orribile.
Mandai subito un chierichetto a prendere il secchiello dell'acqua santa.
Notai nel frattempo che numerosi altri ragazzi
avevano il mostriciattolo alle spalle.
Brandendo l'aspersorio come un'arma,
chiesi a uno degli animali:
"Chi sei?".
La bestia digrignò i denti, si contorse in modo spaventoso
e così scoprii che teneva in mano le
tre cordicelle come fossero i fili di una marionetta.
"Che cosa fai con quelle tre cordicelle?
Parla, altrimenti ti getto addosso l'acqua benedetta!".

Il mostro si rannicchiò spaventato.
"La prima trattiene i ragazzi dal confessare tutti i loro peccati"
rispose tremando.
"E la seconda?"
"La seconda fa scomparire ogni pentimento".
"La terza?".
"Non te lo voglio dire!" replicò bruscamente la bestiaccia.
"E allora ti faccio il bagno con l'acqua benedetta" dissi io.
"No, no! Parlerò...
La terza impedisce ai ragazzi
di fare un vero proposito di cambiamento
e di ascoltare le parole del confessore".

Oramai ne sapevo abbastanza.
Alzai l'aspersorio e innaffiai di acqua
santa lui e i suoi compagni.
In un attimo scomparvero,
lanciando urla così stridenti che mi svegliai..."



Certo era solo un sogno.
Però verifichiamo lo stesso
di non avere cordicelle al collo...

domenica 28 ottobre 2007

Finalmente una Bella Notizia

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Con le lacrime agli occhi siamo felicissimi di informare tutti che Ruben Bianchi è stato ritrovato in Mozambico…

Il nostro prossimo articolo doveva essere destinato a Ruben, con una lettera del papà e un video con la sua voce, ve lo riportiamo di seguito:

Riportiamo a casa Ruben Bianchi

Dall'agosto del 2004 mio figlio Ruben Bianchi, nato nell'anno 1999, è tenuto nascosto e nella illegalità. Di lui ignoro completamente tutto, compreso il suo stato di salute e le sue condizioni di vita. Tra di noi non è permesso alcun contatto, diretto o indiretto. L'unica cosa certa che conosco del mio amore è che é privato di alcuni suoi più importanti ed elementari diritti tra cui quello di avere un padre. Inoltre che deve vivere da vari anni insieme ad una donna purtroppo ricercata dalla polizia in tutto il mondo. Io sono disperato. Questo video è stato realizzato grazie al grande aiuto del Comitato "Troviamo i bambini", che ringrazio infinitamente: è destinato principalmente a lui, al mio bambino, direttamente o attraverso tutti coloro che potranno eventualmente a lui divulgarlo. Non avendo altri mezzi a mia disposizione, chiedo con tutto il mio cuore di genitore straziato dal dolore che chiunque abbia la possibilità di contattare la mia creatura, gli faccia in questo modo sapere che non l'ho dimenticato neppure per un istante, che lo amo, che lo cerco disperatamente e che mi manca moltissimo. Spero anche che le Autorità preposte a far rispettare la legge ma soprattutto coloro che - in particolare in Svizzera - stanno rendendo possibile questa assurda situazione di latitanza che coinvolge un innocente ed indifeso minore, siano in questo modo sensibilizzate a ricordare alla madre di mio figlio che Ruben ha anche un padre.

Stefano Bianchi
Papà di Ruben

giovedì 25 ottobre 2007

Vicenza Viva


APPELLO URGENTE

VERSO LA TRE GIORNI DI MOBILITAZIONE EUROPEA DI DICEMBRE

SABATO 27 OTTOBRE
FIACCOLATA NO DAL MOLIN
Ritrovo ore 17.30 al Presidio

Il governo Prodi ed il proprio emissario Costa hanno dato il via ai lavori per la bonifica dell’area dell’aeroporto Dal Molin nel più stretto segreto, facendo entrare i mezzi e gli strumenti utili a queste operazioni all’alba del 17 ottobre.

La bonifica dagli ordigni bellici, sganciati da bombardieri inglesi e statunitensi nell’ultimo conflitto mondiale, rappresenta la seconda operazione funzionale alla realizzazione della nuova base Usa dopo il tentativo della scorsa primavera – bloccato dal movimento – di posare cavidotti in fibra ottica. Il commissario Costa, nel tentare di giustificarla, l’ha definita un “regalo ai vicentini”, non considerando che un dono è tale soltanto se poi sarà pienamente usufruibile dai destinatari.

Negli ultimi giorni, poi, la Giunta comunale ha rinnovato il proprio attacco politico al Presidio Permanente, simbolo della lotta di tanti vicentini contro la militarizzazione del territorio. Un luogo di partecipazione e confronto viene messo all’indice in quanto metafora di un movimento che ha fatto della trasversalità e della determinazione la propria forza.

Ci rivolgiamo alle donne e agli uomini di Vicenza, a quanti hanno a cuore il futuro di questa terra, a coloro che non vogliono nuove installazioni di guerra.
Sabato 27 ottobre saremo di nuovo in strada, con le nostre fiaccole e le nostre bandiere, per ribadire la nostra determinazione, ma anche per dare un segnale chiaro a quanti vorrebbero imporci la realizzazione del progetto a stelle e strisce e vorrebbero criminalizzare il movimento vicentino.

Una fiaccolata per:
- difendere il Presidio Permanente da chi vorrebbe abbatterlo credendo, così, di imporre il silenzio al movimento vicentino;
- dare un ultimatum di 7 giorni al commissario Costa, al quale chiediamo di dichiarare ufficialmente che, essendo “un regalo ai vicentini”, la bonifica è funzionale alla riconversione ad usi esclusivamente civili del Dal Molin, rinunciando alla realizzazione della nuova base Usa. Se questo non avverrà, costruiremo azioni creative di blocco, rallentamento e boicottaggio delle bonifiche belliche;
- chiedere con forza che la moratoria sulle nuove strutture militari, promessa mesi fa dal comitato di parlamentari contrari al Dal Molin, sia resa effettiva dal Parlamento italiano entro due settimane.

La fiaccolata di sabato 27 sarà il primo di una serie di appuntamenti ed iniziative verso la tre giorni di mobilitazione europea del prossimo dicembre, quando a Vicenza cittadini di tutta Europa si incontreranno e manifesteranno contro la guerra e le installazioni militari, per la difesa dei beni comuni e la realizzazione di nuove pratiche di democrazia.

Vicenza non si ferma: giù le mani dal Presidio, giù le mani dalla nostra città.


Presidio Permanente, Vicenza, 23 ottobre 2007

venerdì 19 ottobre 2007

Nomadi, disco d'oro per 'Orchestra'

 
Nomadi, disco d'oro per 'Orchestra'
Doppio album dal vivo e' uscito da meno di una settimana
(ANSA) - ROMA, 18 OTT - E' gia' disco d'oro, dopo neanche una settimana dall'uscita nei negozi, il nuovo album dei Nomadi, 'Orchestra', doppio album live. L'album raccoglie 32 canzoni tra i piu' grandi successi della band che nel 2008 festeggera' i 45 anni di carriera. Oltre a 'Dio e' morto' di Guccini, contiene anche due inediti registrati in studio senza orchestra: 'Ci vuole un senso', scritto da Beppe Carletti con la figlia Elena e Danilo Sacco e 'La mia terra', cantata da Danilo Sacco e Massimo Vecchi.

mercoledì 17 ottobre 2007

A te che vieni da fuori

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A te che vieni da fuori
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(Un Vescovo africano)

Aiutaci ad apprezzare le nostre ricchezze
e non voler crederci poveri
solo perché non abbiamo quello che tu hai.
Aiutaci a scoprire le nostre catene e,
vedendo le tue,
non crederci schiavi.
Sii paziente con il nostro popolo,
e non crederci arretrati
perché non sappiamo scrivere la tua lingua.
Sii paziente con il nostro modo di camminare
e non crederci pigri
perché abbiamo un ritmo diverso dal tuo.
Accetta con pazienza i nostri simboli
e non crederci ignoranti
perché non sappiamo leggere le tue parole.
Resta con noi e canta la bellezza della vita
che con noi condividi.
Resta con noi ed accetta
che ti possiamo donare qualche cosa.
Accompagnaci nel cammino:
né davanti né dietro
cerca con noi di vivere e attendere Dio.

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martedì 16 ottobre 2007

Il "Decalogo" della Domenica

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Il "Decalogo" della Domenica
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(+ Francesco Lambiasi, Assistente generale dell'Azione cattolica italiana)

lo sono il giomo del Signore, Dio tuo. lo sono il Signore dei tuoi giorni.

1. Non avrai altri giorni uguali a me.
Non fare i giorni tutti uguali. La domenica sia per te, fratello o sorella cristiana, il giorno libero da tutto per diventare il giorno libero per Dio e per tutti.

2. Non trascorrere la domenica invano,
drogandoti di televisione, alienandoti nell'evasione, caricandoti di altra tensione.

3. Ricordati di santificare la festa,
non disertando mai l'assemblea eucaristica: la domenica è la pasqua della tua settimana, il sole l'eucaristia e il cuore è Cristo risorto.

4. Onora tu, padre, e tu, madre, il grande giomo
con i tuoi figli! Ma non imporlo mai, neanche ai minori, e non ricattarli. Contagia loro la tua gioia di andare a messa: questo vale molto più di cento prediche.

5. Non ammazzare la domenica
con il doppio lavoro, soprattutto se remunerativo: non violarla né svenderla, ma vivila "gratis et amore Dei" e dei fratelli.

6. Considera il giorno del Signore "il momento di intimità
fra Cristo e la chiesa sua sposa", come ha detto il papa; se sei sposato o sposata, coltiva la tua intimità con il tuo coniuge.

7. Non rubare la domenica a nessuno,
né alle colf, né alle badanti, né ai tuoi dipendenti. E non fartela rubare da niente e da nessuno, né dal denaro, né dal culturismo, né dai tuoi datori di lavoro.

8. Non dire falsa testimonianza
contro il giorno del Signore. Non vergognarti di dire ai tuoi amici non credenti che non puoi andare da loro in campagna o con loro allo stadio perché non puoi rinunciare alla messa.

9. Non desiderare la domenica degli "altri",
i ricchi, i gaudenti, i bontemponi. Desidera di condividere la domenica con gli ultimi, i poveri, i malati.

10. Non andare a messa solo perché è festa,
ma fa' festa perché vai a messa.

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venerdì 12 ottobre 2007

invito


Ombralonga 2007 - 19 20 21 Ottobre Treviso

copia-di-senza-nome-true-color-01.jpg Cresce l'attesa per uno degli eventi che ha contribuito a rendere nota anche fuori dalla proprie "mura" la città di Treviso.
L'edizione di Ombralonga 2007 si preannuncia carica di novità e di nuove proposte.La prima grande novità saranno le serate del venerdi e del sabato, battezzate "ombra jazz" e "fuori ombra",ombralonga_data.jpg preludio alla giornata domenicale. Durante le serate introduttive gruppi musicali ed attrazioni artistiche intratterranno i trevigiani e gli ospiti. Gli orari saranno dalle 18:00 alle 24:00 il venerdi e sabato e dalle 10:00 alle 20:00 per la sola giornata di domenica.
Punto fermo resta la promozione della trevigianità , delle sue tradizioni e delle sue produzioni tipiche e di qualità .
Il programma 2007 prevede anche quattro "isole del gusto", quattro grandi vetrine di enogastronomia che troveranno posto in altrettante quattro piazze che avranno per protagonisti i maggiori ristoratori aderenti al circuito "ombralonga" e che presenteranno e faranno degustare i piatti della tradizione trevigiana.
Speciale l'appuntamento che Time To Lose riserva ai propri amici, iscritti e navigatori: " Armonie in Loggia"
Questo il nome della iniziativa che Time To Lose, aderendo alla manifestazione "Ombralonga", riserva ai propri amici ed a quanti vorranno venirci a trovare c/o la nobile ed esclusiva "Loggia loggia.jpgdei Cavalieri", a pochi passi dalla centralissima Piazza dei Signori.
Stiamo organizzando per voi un venerdi sabato e domenica ricco di appuntamenti musicali ed enogastronomici allestiti al coperto della gloriosa location che fù già luogo di appuntamento e riunione della nobiltà trevisana. Il programma al quale fin da ora siete invitati prevede un' aperitivo musicale live venerdi 19, un concerto sempre dal vivo previsto per il sabato sera ed una grande domenica, il tutto in un "concept" di ambientazione e qualità che certamente non potrà che stupirvi e farvi sentire i nostri "ospiti d'onore"…
Allora ci vediamo ad "Armonie in loggia" C/o loggia dei Cavalieri, Ombralonga 2007, 19 20 21 ottobre.

 

martedì 9 ottobre 2007

Il comandante Ernesto 'Che' Guevara

Il comandante Ernesto 'Che' Guevara

Quarant'anni fa, un medico argentino, uomo straordinario, moriva in un paese normale per una causa nobile, forse la più nobile delle cause. Ernesto Rafael Guevara De la Serna, detto "Che", per via del suo ripetere continuo di quell'intercalare argentino, cavaliere errante e senza pace del diritto al riscatto dei più umili, dopo aver vinto nell'amata Cuba, aver tentato di vincere nell'Africa martoriata, depredata ed umiliata dal colonialismo, decise di andare incontro alla morte in una anonima altura boliviana. Nelle Ande boliviane aveva scelto di andare a tentare la sua ennesima rivoluzione, per seguire "l'odore della polvere", come disse a Fidel Castro al momento di lasciare Cuba. Era il marzo del 1965.

Nell'isola aveva gloria ed onori, ruoli e riconoscimenti, ma che riteneva fossero medaglie di un tempo ormai andato, bandiere di una vittoria ormai raggiunta. Lasciò tutto quello che aveva per dedicarsi a tutto quello per cui viveva e si unì alle guerriglie in Africa e in America latina. Fidel, che scelse di aiutarlo per rispettare il patto tra loro, che prevedeva la possibilità di proseguire altrove la sua impresa, una volta che l'isola fosse stata liberata dalla tirannia di Batista, lo lasciò andare via fornendolo di tutto ciò che chiedeva e consentendogli di scegliersi i compagni d'avventura. Il Comandante Ernesto "Che" Guevara lasciava Cuba, i suoi ruoli e i suoi affetti con una lettera al lider maximo, nella quale non chiedeva nulla; le sole cose che pretendeva erano l'obbligo di privare i suoi familiari di qualunque privilegio, atteso che, il privilegio più grande di sua moglie e dei suoi figli, era quello di poter vivere e crescere in una Cuba libera e sicura, dove le leggi dell'uomo nuovo avevano definitivamente sconfitto quelle del denaro.

Per due anni il "Che" tentò di organizzare la lotta armata in Africa. Nessuno aveva notizie di lui. Dove e con chi si trovasse era un mistero; a far cosa era chiaro. Nell'ottobre del 1968 venne ferito e catturato in Bolivia. La CIA lo seguiva dal 1967. Era stao tradito il "Che". Dai comunisti boliviani e dalla sua analisi, da qualche intellettuale improvvisato e da contadini reazionari.

La CIA lo perseguitava e diresse le truppe boliviane alla ricerca di un uomo che, già da vivo, diventava un simbolo. Che dalla tribuna delle Nazioni Unite aveva puntato il dito accusatore della Cuba liberata contro l'impero, che schiacciava sotto il tallone di dollari e repressione le speranze dell'indipendenza latinoamericana come di quella africana. Il "Che" aveva una caratteristica fondamentale: quella di non chiedere mai a nessuno nulla che non avrebbe mai fatto lui per primo. Era un esempio, prima che un leader, un uomo che anche quando dava ordini obbediva; alla causa di tutti in primo luogo.

Lo crivellarono dopo averlo ferito ed arrestato. Non persero tempo ad interrogarlo o a curarlo: non avrebbe detto niente e non avrebbe accettato niente. Si guardarono bene dal portarlo nella capitale per giudicarlo: sarebbe stato un boomerang, come si era rivelato il processo a Fidel Castro dopo il fallito assalto alla caserma del Moncada. Quella frase pronunciata da Fidel - "Condannatemi pure, la storia mi assolverà" - si era infatti rivelata premonitrice e al tempo stesso aveva disegnato un cammino dimostratosi vittorioso.

Un processo al "Che" avrebbe ottenuto il risultato di veder crescere il consenso alla sua causa, sarebbe stato l'atto di accusa definitivo contro l'impero e sarebbe riecheggiato in ogni luogo abitato dagli umili. Per questo, per vendetta, per paura, alcuni scagnozzi agli ordini di un mercenario cubanoamericano della Cia, un avanzo batistiano addestrato a Langley, fecero fuoco contro l'uomo, dando vita così al simbolo. Perché la morte di quel combattente argentino in una landa desolata della Bolivia, divenne lo start di ogni ribellione, in ogni luogo del mondo.

Sarebbe inutile, oggi, dissertare sui suoi errori e sulle sue intuizioni; l'uomo, prima ancora che le sue gesta, é parte dell'immaginario collettivo che lo ha registrato come immortale. E forse, quarant'anni dopo la sua morte, dedicarsi all'analisi del mito risulta molto più pregnante che rinverdire il mito dell'analisi. Lo scrittore uruguayano Eduardo Galeano, disse che la straordinarietà dell'uomo consisteva nel fatto che, a differenza di quanto uso in politica, Ernesto Guevara diceva ciò che pensava e faceva ciò che diceva.

Se il suo volto immortalato per caso durante una manifestazione a Cuba divenne il volto della ribellione, era soprattutto per questo. Le migliaia di poster e magliette, di gadget e di foto con il suo volto bello e severo, lo sguardo dritto ed onesto, hanno circolato e circolano in ogni dove del pianeta, è perché la voglia di riscatto e il desiderio di giustizia, hanno lo stesso volto e lo stesso sguardo ovunque. Cercano lontano l'utopia del futuro tenendo i piedi puntati a terra. Indifferenti alla malattia dell'opportuno e del conveniente, sognano di vivere una vita diversa. E che, mentre sognano, vivono.

sabato 6 ottobre 2007

6 OTTOBRE 2007 - GIORNATA GLOBALE DI MOBILITAZIONE PER LA BIRMANIA

STAND UP SPEAK OUT


IL 6 OTTOBRE E' LA GIORNATA GLOBALE DI MOBILITAZIONE PER LA BIRMANIA

www.burmacampaign.org.uk/mtvaction.html

FAI SENTIRE LA TUA VOCE PER LA LIBERTÀ E LA DEMOCRAZIA IN BIRMANIA!



giovedì 4 ottobre 2007

San Francesco d'Assisi, patrono d'Italia

Giovedì 4 ottobre 2007
San Francesco d'Assisi, patrono d'Italia

<<Imparate da me, che sono mite e umile di cuore,
e troverete ristoro per le vostre anime>>
(Mt 11,29)

Lasciarci accendere l'animo da discussioni, agitarsi per le
preoccupazioni sul futuro, rimanere irritati con chi ci ha fatto un
torto che non ci aspettavamo, rimuginare nell'intimo dei nostri
pensieri accusando e difendendosi con improbabili interlocutori sono
tutte dinamiche che tolgono la pace e non risolvono le questioni.
Gesù ci suggerisce di imparare da Lui, dal suo stile di affidarsi al
Padre, di seguire passo passo quello che Lui indica, senza troppo
occuparsi del resto. E mantenere nel cuore un infinito amore e una
grande capacità di compassione per tutti coloro che più sono più
fragili e feriti.
Lì abitano mitezza, umiltà e ristoro del cuore, perfetta letizia anche
e soprattutto nei momenti difficili.
Come per san Francesco.

Buona giornata !

giovedì 27 settembre 2007

Beato il cuore

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(Fonte non specificata)

Beato il cuore che fa spazio a tutti dentro di sé
e trova sempre al suo interno
un angolino libero per l'ultimo che arriva.

Beato il cuore che non riesce a chiamare estraneo
anche il più diverso, ma vive l'accoglienza come legge
fondamentale, perché questo è il Vangelo.

Beato il cuore che vive un continuo "Eccomi" agli altri,
a Dio e a stesso: crescerà fino alla pienezza.

Beato il cuore che si fa solidale nella verità con tutti e ciascuno,
in ogni situazione, nella buona e nella cattiva salute:
sarà artefice della civiltà dell'amore.

Beato il cuore che non è gonfio di sé,
non si vanta, non manca di rispetto:
sarà beato perché perdendo se stesso si ritrova.

Beato il cuore che si compiace della verità, della giustizia
e della purezza: sarà specchio di Dio e città sul monte.

Beato il cuore che si lascia compromettere dalla sofferenza degli altri
ed offre solidarietà, asilo, speranza:
realizzerà l'unità dei fratelli.

Beato il cuore che non conosce il colore della pelle o la diversità delle lingue,
ma solo il linguaggio degli occhi, del sorriso,
del volto e della luce di Dio: sarà rigeneratore di speranza.

Beato il cuore che vive l'attenzione agli altri, la generosità,
l'autenticità della vita e una presenza operosa:
sarà costruttore del Regno di Dio.

Beato il cuore mite e umile, perché sarà una nuova incarnazione
del Cuore di Cristo.

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mercoledì 26 settembre 2007

Pensateci......

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Nel suo deserto incontri la verità
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(Padre Severino Consolaro, Il tuo volto io cerco)

Non è un luogo il deserto: è il silenzio delle tue labbra chiuse che custodisce il tuo cuore che parla

Non è un luogo il deserto: è il tuo ascolto nelle profondità del mistero che ti avvolge e ti penetra tutto.

Non è un luogo il deserto:è l'immagine del dio che ti ha plasmato, riflessa nello specchio, reso puro, della tua anima.

Non è un luogo il deserto: è il fuoco che brucia sotto le ceneri della tua umanità e ti chiede di soffiare per alimentarlo.

Non è un luogo il deserto: è la tua vita che incessantemente rinasce e si rinnova nel silenzio adorante.

Non è un luogo il deserto: è l'estasi di dio che si contempla in te stesso

Non è un luogo il deserto: è la chiave che apre il tuo cuore perché vi entri il suo regno.

Non è un luogo il deserto: è riposare alla sua presenza "come bimbo svezzato in braccio a sua madre" (sal. 130)

Non è un luogo il deserto: è partecipare al silenzio di dio, sorgente dell'armonia del cosmo.

Non è un luogo il deserto: è la sua pace che scende in te quando gli presenti il vuoto del tuo nulla.

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Molto spesso ci si sofferma sempre a giudicare le persone in base alla razza, alla provenienza, alla cultura, allo stato sociale restando legati e stereotipi e preconcetti che ci inpediscono di vivere a fondo le relazioni con gli altri.
Dopo più di un anno di attività svolta come educatore pomeridiano di ragazzini rom, o semplicemente detti zingari, posso affermare quanto infondati siano i nostri pregiudizi nei confronti degli altri. Le persone bisogna conoscerle prima di dividerle in buoni e cattivi, bisogna starci assieme, giocare, studiare con loro per capire che non sono poi così distanti da noi...anche se vivono in una roulotte......anche se non sanno che Collodi ha scritto Pinocchio(alcuni dei miei adesso lo sanno^_^).....anche se non sono sempre vestiti bene o sono sporchi. Dietro tutto questo possono esserci delle persone fantastiche........ci sono zingari violenti, meschini e imbroglioni come ci sono italiani, inglesi, francesi,ecc. così ci sono poi zingari cortesi, affabili, generosi come ci sono italiani, inglesi, francesi,ecc. così

Antipatico, simpatico, buono, cattivo, generoso, prepotente, sensibile, violento qualsiasi persona potrebbe avere questi aggettivi quando la vediamo la prima volta, ma solo conoscendola possiamo avere la certezza di quali possiede e quali no.

Pensateci

Davide^_^


P.S.In allegato alcune foto





domenica 23 settembre 2007

Una vergogna... non tocchiamo i bambini

Una storia di slavi, scritte sull'asfalto e intercettazioni telefoniche.
Chi è il mandante dell'omicidio di Tommaso Onofri e perchè?
 
tommaso.jpg2 Marzo 2006 ore 21.00 Parma
Una famiglia come tante nella campagna Parmense, mamma, papà due bambini, uno di 8 anni Sebastiano ed uno più sfortunato Tommaso Onofri di 18 mesi…
La famiglia sta cenando, nella loro abitazione irrompono due sconosciuti, legano il padre Paolo Onofri di 46 anni, la mamma, Sebastiano e rapiscono il piccolo Tommy gravemente malato di epilessia. Paolo Onofri riesce a liberarsi ed a lanciare l'allarme, del piccolo nessuna traccia…
Il caso del piccolo Tommy commuove il Paese e provoca una vasta ondata di indignazione per il rapimento. Il 7 marzo 2006 la magistratura che segue il caso del piccolo rapito chiede tre giorni di silenzio stampa, mentre si apprende che presso gli uffici della Procura della Repubblica di Parma vengono ascoltati alcuni operai che qualche tempo prima avevano prestato la propria opera per lavori di ristrutturazione svolti presso la casa degli Onofri.
Il 10 marzo 2006 si apprende che a seguito di una perquisizione da parte delle forze dell'ordine presso un locale adibito a magazzino e di proprietà di Paolo Onofri, viene rinvenuto nel computer dello stesso Onofri, materiale pedopornografico. (Successivamente si apprenderà che patteggierà 6 mesi con la condizionale per possesso del "materiale", del quale non si è mai appreso il perchè venisse "conservato" dal Signor Onofri…) Paolo Onofri viene iscritto nel Registro degli indagati…
Tutta l'Italia è sconvolta da tanta violenza, dalle carceri italiane i detenuti lanciano un messaggio ai rapitori di Tommy: "Rilasciatelo…"
Le ricerche da parte degli inquirenti continuano verso ogni forma di "possibile indizio", ma del bambino nessuna traccia.
Il 26 marzo 2006, a breve distanza dall'abitazione degli Onofri, viene rinvenuta, tracciata a vernice bianca sull'asfalto la frase "Ne hai abbastanza?", che viene interpretata come un possibile messaggio dei rapitori (Ma a chi era indirizzato il messaggio e perchè ?).
Il 28 marzo 2006 vengono individuati i potenziali rapitori, un gruppo di persone, fra le quali una donna, grazie ad un impronta lasciata sul nastro adesivo utilizzato nel momento dell'irruzione per immobilizzare gli Onofri. L'impronta risulterà essere di un muratore di origini siciliane Salvatore Raimondi , "amico" di Mario Alessi di 44 anni , che partecipò ai lavori di ristrutturazione nell'abitazione della famiglia Onofri. Il "Signor" Alessi è un pluripregiudicato imputato dei reati di sequestro di persona, violenza carnale , rapina e minacce, per i quali reati vengono richiesti 9 anni, ne vengono invece comminati 6, di cui sconterà SOLI 6 MESI.
Per meglio capire l'assurdo della legislazione italiana che verte maggiormente a condannare reati che vanno a colpire "il portafoglio" vorremmo aprire una parentesi, che ci permettiamo di aprire, perchè la stessa Associazione "Tommy nel cuore" la sottolinea:
(…) Non è più pensabile infatti di tollerare una situazione di stravaganza tale per la quale un Pubblico Ministero in Sicilia abbia potuto richiedere solo 9 anni di reclusione (dei quali solo 6 comminati,e dei quali solo 6 mesi scontati) per il Sig. ALESSI imputato dei reati di sequestro di persona, violenza carnale, rapina, e minacce, mentre in Lombardia un altro Pubblico Ministero abbia invece richiesto per la figlia di VANNA MARCHI (che pure, presumibilmente, non è uno stinco di santa, essendo accusata di essere una volgare ciarlatana televisiva) ben 13 anni di reclusione per i reati di truffa e minaccia! Comunque, supponendo più che probabile che costei abbia imbrogliato migliaia di creduloni non si comprende proprio quale proporzione vi sia fra queste 2 richieste e i 2 diversi reati compiuti! Infatti, atteso che la Marchi sia un'imbrogliona, va indubbiamente punita, ma pensiamo che qualsiasi persona di buon senno considera assurdo chiedere 13 anni di reclusione per una ciarlatana che vendeva creme dimagranti e numeri al lotto attraverso la televisione e chiedere invece 9 anni di reclusione per un sequestratore sadico e immorale che ha violentato la sua vittima, offrendola anche al suo complice, e legando ad un albero il suo fidanzato, dopo averlo rapinato di povere cose, perché assistesse impotente e umiliato alla doppia violenza inferta alla sua compagna ? (…)
Il 29 marzo 2006 si apprende che, nel frattempo, le indagini sono state estese a San Biagio Platani (Agrigento), paese d'origine di Mario Alessi e presso il quale vivono i famigliari dell'ex moglie di Paolo Onofri, Francesca Traina, il cui compagno risulta incarcerato per omicidio.
tommaso_onofri01.jpg1 aprile 2006 gli inquirenti dopo aver ascolatato una quarantina di persone, mette in stato di fermo: MARIO ALESSI, la sua compagna ANTONELLA CONSERVA e SALVATORE RAIMONDI (il pregiudicato cui risulta appartenere l'impronta digitale rinvenuta). Mario Alessi, interrogato per alcune ore, confessa l'omicidio di Tommy, commesso una ventina di minuti dopo il suo rapimento.
Il 2 aprile 2006:"L'hanno ammazzato perchè piangeva, l'hanno ammazzato barbaramente con una badilata sul viso…."
Il cadavere del piccolo Tommaso Onofri e' stato trovato dai vigili del fuoco nei pressi del torrente Enza, tra Parma e Reggio Emilia, ad una ventina di metri dal corso d' acqua e non lontano dal tranquillo paesino di Casalbaroncolo. Secondo le prime indiscrezioni, il corpicino del piccolo e' stato ritrovato sepolto sotto una trentina di centimetri di terra ed indosso aveva ancora il pigiamino turchese che indossava al momento del sequestro..
Ricordiamo che il bimbo era stato rapito il 2 marzo scorso, appunto a Casalbaroncolo, vicino Parma. E a quanto pare, stando alle prime confessioni di Salvatore Raimondi e Mario Alessi, i due individui che la sera del 2 marzo entrarono in casa della famiglia Onofri e sequestrarono Tommaso, il piccolo sarebbe stato barbaramente ammazzato praticamente subito dopo il sequestro. E la motivazione dell'uccisone è appunto quella del pianto : "L'abbiamo ucciso perchè piangeva", hanno dichiarato! Una giustificazione tanto semplice quanto terrificante. E pensare che fino all'ultimo, l'Alessi aveva negato tutto, dichiarando di amare i bambini fino a quel patetico appello ai fantomatici rapitori ! (Ricordiamo tutti l'intervista al "Signor" Alessi assieme alla compagna Conserva, dove teneramente si tenevano la mano, dichiarandosi innocenti ed offesi dalle accuse che li vedeva coinvolti nel rapimento…)
3 aprile 2006 Indagato per favoreggiamento nell'inchiesta sull'omicidio del piccolo Tommaso Onofri il capomastro che lavoro' alla ristrutturazione della villa di Casalbaroncolo. Si tratta di Pasquale Giuseppe Barbera, originario di Pantelleria ma residente a Parma da molti anni. La conferma arriva da fonti investigative. Intanto alle 12 sara' eseguita l'autopsia sul corpo del bambino.
4 aprile 2006 Il medico legale Masotti che ha eseguito l'autopsia: «Il bambino può essere stato ucciso un mese fa» «È un corpo macerato» sono state le prime parole, dette a bassa voce, del professor Guglielmo Masotti, direttore dell'Istituto di Medicina legale di Parma, che ha eseguito l'autopsia sul piccolo Tommaso Onofri. L'esame, durato cinque ore, è stato filmato dagli agenti della polizia scientifica della Direzione Centrale anticrimine. «Un corpicino che è stato un mese nella terra bagnata e umida. È quindi un corpo macerato»
6 aprile 2006 Paolo Onofri sa chi è il mandante del rapimento del piccolo Tommy.
(leggete attentamente…)
''E' una persona che conosco da più di dieci anni - ha continuato Onofri con il settimanale ( Panorama) - Mi ha fatto molto male e io ne ho fatto a lui. Gli ho pestato i calli spesso. E' stato sotto inchiesta molte volte e ne è uscito sempre pulito, ma io gli ho tenuto il fiato sul collo. Sono convinto che sia lui ad avermela fatta pagare''.
''Il presunto mandante avrebbe conosciuto Onofri alle Poste e al sindacato'', scrive 'Panorama'. ''Ci sono persone che non distinguono tra sindacato e lavoro - ha detto Onofri - A volte confondono i ruoli e vanno richiamati all'ordine. Se i fatti mi daranno ragione scoppierà un bel casino''.
tommy3.jpg7 aprile 2006 Lucia Musti, pm della Dda bolognese, che indaga sull' omicidio di Tommaso Onofri ha spiegato in un' intervista al Gr Rai: " A noi non risulta il pianto del bambino, né l'uccisione del bambino perché piangeva". "Il punto è un altro che il bambino è stato ucciso sicuramente poco dopo essere stato sequestrato. Non sappiamo bene quando, sappiamo che il bambino è morto praticamente subito".
E poi sul movente del delitto ha aggiunto che "é evidente che sarebbe importante sapere perché il bambino è stato ucciso. Potrebbe essere un momento, un input omicidiario, ovvero potrebbero esserci degli altri motivi che non conosciamo e per i quali stiamo lavorando". In merito all'ipotesi - avanzata dal giornalista - di altri possibili moventi oltre all' estorsione nei confronti di Onofri, il magistrato ha risposto che si tratta di "un fronte sul quale si continua a lavorare, come molti altri aspetti che sono ancora da chiarire".
8 aprile 2006 si sono tenuti i funerali di Tommy. E' stato proclamato il lutto cittadino, e il Comune di Parma ha deciso di costituirsi parte civile contro gli assassini. I detenuti li vorrebbero ammazzare con le loro mani, li hanno invitati a «uccidersi da soli». Alessi, dall'isolamento («E' stordito, ha rimosso tutto», flauta l'avvocato di fiducia, la bionda Ferraboschi, già pronta a chiedere una perizia psichiatrica che potrebbe evitargli il carcere, ha fatto sapere di volersene andare via, in una cella più sicura. Idem Raimondi, molto più terrorizzato dai compagni di pena che dai magistrati.
Secondo la versione fornita da Alessi, inoltre, i rapitori avrebbero dovuto rapire anche la madre di Tommaso.
13 aprile 2006 Passa da una telefonata intercettata alle 13.20 del 4 marzo scorso, 48 ore dopo il rapimento, l'ipotesi che il papà del piccolo Tommy, avesse "paura" che il sequestro potesse essere una vendetta contro di lui. "Tu non hai fatto il mio nome, me lo giuri sui tuoi figli?" chiese Paolo Onofri. Risposta di Giuseppe Barbera, capomastro dei lavori di ristrutturazione a casa Onofri: "Paolo,secondo te? Era una cosa tra me e te e basta".
Una vendetta per quell'affare "non proprio pulito" cui lavoravano Barbera e Mario Alessi, manovale ora in carcere con l'accusa di sequestro e omicidio, e del quale Onofri giura di non aver mai saputo nulla. La telefonata, pur fra diverse ritrattazioni, viene interpretata comunque così da Barbera, durante l'interrogatorio del 7 marzo davanti al Procuratore aggiunto e coordinatore della Dda di Bologna Silverio Piro e al Pm di Parma Pietro Errede: "Paolo aveva paura che laddove io avessi fatto il suo nome con gli slavi, loro avrebbero potuto rifarsi contro di lui sequestrando il bambino".
tommi4.jpg14 aprile 2006 Tommaso sarebbe morto strangolato e non a badilate, come avvallato in precedenza. In base ai primi elementi emersi dall'autopsia, che sarà ufficializzata nelle prossime 24 ore, la causa del decesso sarebbe una profonda lesione al collo. I colpi alla testa sarebbero stati inferti sul corpo già senza vita. L'ipotesi sarebbe compatibile con la versione fornita da Salvatore Raimondi, l'operaio arrestato per l'omicidio.
In un secondo momento, venne colpito al capo: a calci o con un attrezzo corto e pesante dai bordi acuminati. Non si esclude che possa essere stato proprio un badile, come si era detto nei giorni scorsi. Ma il piccolo aveva smesso di soffrire: dai primi esami autoptici, era già morto.
Il 19 luglio 2006 Spunta un testiomone chiave che potrebbe svelare importanti novità nell'omicidio del piccolo Tommaso Onofri. Un parmigiano di mezza età (gli inquirenti non hanno svelato le sue generalità) che avrebbe incrociato i due assassini (Alessi e Raimondi) a bordo di uno scooter in via del Traglione, la sera del 2 marzo. "Ho visto due persone a bordo di uno scooter - ha raccontato l'uomo agli investigatori -. Era proprio la sera del 2 marzo". L'uomo stava ritornando a casa intorno a mezzanotte, ma non è stato in grado di dire se insieme ai due rapitori vi fosse anche il piccolo Tommy. Il superstestimone si è rivolto alla polizia subito dopo il ritrovamento del corpo senza vita del bambino, ma la notizia è trapelata solo in queste ultime ore.
Il 22 settembre 2007 dopo 10 ore di camera di consiglio, la linea tenuta dai giudici va ad escludere l'ammissione di quei testi che, secondo l'avvocato di Alessi, avrebbero potuto inquadrare alcuni rapporti di Paolo Onofri nell'ambito di un possibile movente del rapimento che avrebbe riguardato una vendetta nel giro della pedopornografia.
Paolo Onofri: «Non lo rapirono per avere i soldi»
Aveva diciotto mesi Tommaso Onofri quando fu rapito e poi massacrato a colpi di pala. Dopo un anno e mezzo si cerca ancora di capire perché. Troppo vaghe e troppo assurde («L'abbiamo ammazzato perché piangeva») le spiegazioni date in quei giorni. Balle. Da oggi, tocca ai giudici cercare il vero movente: si apre il processo in Corte d'Assise a Parma.
Fonti: La Stampa - Il Corriere della Sera - La Repubblica - Il Tempo - Delitti imperfetti
In un tempo molto lontano, i bambini e le donne erano intoccabili…
Oggi sono i soggetti "migliori" sui quali riversare violenze e vendette.
E' questo il futuro che ci aspetta ?
IL COMITATO TROVIAMO I BAMBINI

lunedì 17 settembre 2007

POVERI PRETI...

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C'è sempre qualcosa da dire sui preti
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(Fonte non specificata)

Se il prete una volta parla dieci minuti più a lungo: è un parolaio.
Se durante una predica parla forte: allora urla.
Se non predica forte: non si capisce niente.

Se possiede un'auto personale: è capitalista, è mondano.
Se non ha un'auto personale: non è capace di adattarsi ai tempi.
Se visita i suoi fedeli fuori parrocchia: allora gironzola dappertutto.
Se frequenta le famiglie: non è mai in casa.
Se rimane in casa: non visita le famiglie.
Se parla di offerte e chiede qualcosa: non pensa ad altro che a far soldi.
Se non organizza feste, gite, incontri: nella parrocchia non c'è vita.
Se in confessionale si concede tempo: è interminabile.
Se fa in fretta: non è capace di ascoltare.
Se comincia la Messa puntualmente: il suo orologio è avanti.
Se ha un piccolo ritardo: fa perdere tempo a un sacco di gente.
Se abbellisce la Chiesa: getta via i soldi inutilmente.
Se non lo fa: lascia andare tutto alla malora.
Se parla da solo con una donna: c'è sotto qualcosa.
Se parla da solo con un uomo: eh!
Se prega in Chiesa: non è un uomo d'azione.
Se si vede poco in Chiesa: non è un uomo di Dio.
Se si interessa agli altri: è un impiccione.
Se non si interessa: è un egoista.
Se parla di giustizia sociale: fa della politica.
Se cerca di essere prudente: è di destra.
Se ha un po' di coraggio: è di sinistra.
Se è giovane: non ha esperienza.
Se è vecchio: non si adatta ai tempi.
Se muore: non c'è nessuno che lo sostituisce!

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Questi preti incompresi sempre.... mah?

giovedì 6 settembre 2007

Vivere, non solo sperare


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(Jack Riemer)

Oh Dio,
veramente non possiamo pregarti
perché cessi la guerra:
infatti sappiamo che
Tu hai fatto il mondo
in modo tale che l'uomo
deve trovare la strada della pace
in se stesso e con il suo vicino.

Oh Dio,
veramente non possiamo pregarti
perché cessi la fame:
infatti Tu ci hai dato
risorse abbondanti,
sufficienti a nutrire il mondo intero,
a condizione di usarle con saggezza.

Oh Dio,
veramente non possiamo pregarti
di sradicare l'ingiustizia:
infatti Tu ci hai dato occhi
capaci di vedere il bene
presente in ogni creatura,
a condizione di usarli con saggezza.

Oh Dio,
veramente non possiamo pregarti
di far scomparire la disperazione:
poiché Tu ci hai dato il potere
di trasformare i tuguri
e di seminare la speranza,
a condizione di usarlo con saggezza.

Oh Dio,
veramente non possiamo pregarti
di far cessare le malattie:
poiché Tu ci hai dato un'intelligenza
capace di trovare cure e medicamenti,
a condizione di usarla con saggezza.

Per questo, oh Dio, ti preghiamo
piuttosto di darci forza,
determinazione e coraggio
di agire e non solo di pregare,
e soprattutto di vivere
e non soltanto di sperare.

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mercoledì 5 settembre 2007

Un Cristo senza croce, una croce senza Cristo

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(Centro Missionario Diocesano, Verona)

Amico, io vado in cerca di una croce.
Vedi, ho un Cristo senza croce,
l'ho acquistato presso un antiquario.
Mutilato e bellissimo. Ma non ha croce.
Per questo mi si è affacciata un'idea.
Forse tu hai una croce senza Cristo.
Quella che tu solo conosci.
Tutti e due siete incompleti.
Il mio Cristo non riposa perché gli manca una croce.
Tu non sopporti la croce, perché le manca Cristo.
Un Cristo senza croce, una croce senza Cristo.
Ecco la soluzione: perché non li uniamo e li completiamo?
Perché non dai la tua croce vuota a Cristo?
Ci guadagneremo tutt'e due. Vedrai.

Tu hai una croce solitaria, vuota, gelata, paurosa, senza senso:
una croce senza Cristo.
Ti capisco: soffrire è illogico.
Non comprendo come hai potuto sopportare così a lungo.
Una croce priva di Cristo è una tortura,
il principio logico della disperazione.
Hai il rimedio tra le mani. Non soffrire più solo.
Su, dammi questa croce vuota e solitaria. Dammela.
Ti darò in cambio questo Cristo mutilato,
senza riposo, né croce.
La tua croce non è più solamente tua;
è anche e nello stesso tempo la croce di Cristo.
Su, prendi la tua croce, amico; la tua croce con Cristo.
Non sarai più solo a soffrire.
La porterete in due, il che vuol dire dividerne il peso.
E finirai per abbracciare e amare la tua croce,
una volta che Cristo sarà in essa.

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lunedì 27 agosto 2007

Una Croce...

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(Tonino Bello)

Il legno della Croce,
quel "legno del fallimento",
è divenuto il parametro vero
di ogni vittoria.
Gesù ha operato più salvezza
con le mani inchiodate sulla Croce,
che con le mani stese sui malati.
Donaci, Signore,
di non sentirci costretti
nell'aiutarTi a portare la Croce,
di aiutarci a vedere
anche nelle nostre croci
e nella stessa Croce
un mezzo per ricambiare
il Tuo Amore,
aiutaci a capire
che la nostra storia crocifissa
è già impregnata di resurrezione.
Se ci sentiamo sfiniti, Signore,
è perché, purtroppo,
molti passi li abbiamo consumati
sui viottoli nostri e non sui Tuoi,
ma proprio i nostri fallimenti
possono essere la salvezza
della nostra vita.
La Pasqua è la festa
degli ex delusi della vita,
nei cui cuori all'improvviso
dilaga la speranza.
Cambiare è possibile,
per tutti e sempre!

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domenica 26 agosto 2007

Un vero amico

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(Charles Caleb Conton)

Un vero amico
è l'unico che cammina dentro
quando tutti gli altri camminano fuori.
Non camminare davanti a me,
potrei non seguirti.
Non camminare dietro a me,
potrei non guidarti.
Cammina di fianco a me e sii mio amico.

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martedì 14 agosto 2007

Buon Ferragosto

Il 15 agosto ha una duplice identità: da un parte la sacralità delle celebrazioni per la Madonna Assunta in cielo, dall'altra la popolarità di una festa all'insegna della scampagnata. Per questo, nel calendario, è sia festa religiosa che festa civile.Per il mondo contadino Ferragosto era il tempo del riposo e del ringraziamento, secondo un antico modello religioso che trova la sua origine in un tempo mitico, molto prima che nel 18 a. c. Augusto istituisse alle calende dell’ottavo mese le feriae augustales.In quel periodo hanno origine le processioni con i carri di donativi, i covoni, le conche offerti ai santuari fuori dell’abitato, dove la religione cattolica ha poi sostituito i primitivi altari con quelli consacrati all’Assunta e San Rocco. Da queste cerimonie ataviche derivano anche quei riti notturni, i fuochi, i canti, i balli davanti ai santuari, al suono inquietante dell’antico tamburo di capra, che ancora si vedono in tutta quell’area che fu la Magna Grecia.
Oggi Ferragosto è tempo di vacanze, di viaggi, di divertimenti che spesso trasformano quest'antica ricorrenza in una corsa all’evasione a tutti i costi, più convenzionata che consapevole
AUGURI DI UN BUON FERRAGOSTO

martedì 7 agosto 2007

L'invito alla festa


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(Rabindranath Tagore)

Ho ricevuto il mio invito
alla festa di questo mondo;
la mia vita è stata benedetta.
I miei occhi hanno veduto,
le mie orecchie hanno ascoltato.
In questa festa dovevo soltanto
suonare il mio strumento:
ho fatto come meglio potevo
la parte che mi era stata assegnata.
Ora dico: è venuto
alfine, il momento di entrare
e guardare il tuo volto e offrirti
il mio silenzioso saluto.

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sabato 4 agosto 2007

Piazza Vietata

Per la memoria di Hiroshima e Nagasaki

"Siamo qui per invitare il Sindaco Hullweck, e tutti gli altri Amministratori della città di Vicenza che ci hanno vietato l'uso di Piazza Matteotti, a partecipare alle iniziative che abbiamo programmato per ricordare Hiroshima e Nagasaki. Per due motivi. Primo: la lotta contro l'atomica è un obiettivo comune dell'umanità. Secondo: chiediamo che vengano a verificare i contenuti e il metodo delle azioni per le quali abbiamo chiesto di usufruire della Piazza. Venga il Sindaco, e solo dopo - non prima – dichiari che si tratta di quattro giorni di antiamericanismo."

Questo abbiamo detto nella conferenza stampa, fatta ieri alle 12 in strada, davanti al Comune.

Sono almeno 20 anni che l'associazione Beati i costruttori di pace fa memoria ogni 6 agosto dei 140.000 morti di Hiroshima e - il 9 agosto - dei 70.000 di Nagasaki, per rinnovare l'impegno contro le bombe atomiche, contro le guerre, tutte le guerre. Quest'anno le nostre iniziative cominciano con una veglia di preghiera ecumenica e continuano, ogni sera, con momenti di spettacolo e riflessione su San Francesco, sull'opposizione alle guerre, sulla necessità della nonviolenza, e la proposta di una Legge d'iniziativa popolare per eliminare le bombe atomiche dall'Italia.

Mai ci era successo che l'Amministrazione comunale della città in cui organizzavamo gli eventi ci negasse uno spazio pubblico.

E invece, nel 2007 in Italia, succede anche questo. Il Sindaco Hullweck, insieme al vicesindaco e assessore alla Pubblica Sicurezza Valerio Sorrentino, l'assessore al Turismo Pietro Magaddino, l'assessore allo Sviluppo Economico Ernesto Gallo, la responsabile dell'Ufficio Unesco Lorella Bressanello, la direttrice dei Musei Civici Maria Elisa Avagnina, il direttore del settore Cultura Riccardo Brazzale e il direttore della Mobilità Fausto Zavagnin … negano lo spazio pubblico. Almeno così riferisce il Giornale di Vicenza. A noi, però, è arrivato solo un fax firmato da un funzionario, il capo dipartimento Finanza e Sviluppo Economico. In pratica, rispondono alla nostra richiesta di autorizzazione all'uso dello spazio pubblico di Piazza Matteotti spiegando che non si può! Nelle altre piazze della città ci sono i lavori in corso; in Piazza Matteotti devono parcheggiare i pullman dei turisti. E poi: "La città e la cittadinanza stanno attraversando un momento di particolare delicatezza e sensibilità in relazione alle ben note vicende di interesse nazionale a causa delle quali potrebbero scaturire particolari tensioni sociali dagli esiti non prevedibili e pericolosi."

E' proprio per questo "momento di particolare delicatezza" che abbiamo scelto quest'anno Vicenza come luogo per far memoria delle vittime di Hiroshima. E lo abbiamo scritto: "non perché a Vicenza ci siano le bombe atomiche, ma perché Vicenza con la nuova base si configura come il pilastro, e al contempo l'avamposto, delle strategie della guerra preventiva." Sono riflessioni che vogliamo condividere. Da quando in qua, le riflessioni possono portare a "esiti non prevedibili e pericolosi"? Non sarà che il confronto sia ormai vietato? O forse la preghiera è diventata pericolosa!

In questi anni abbiamo attraversato tanti posti di blocco di eserciti in guerra. Con la stessa serenità, ma con la stessa determinazione, da oggi pomeriggio alle 17.30 saremo in Piazza Matteotti, come da programma. Vi aspettiamo.