Il nome del Blog nasce da una canzone dei Nomadi che è il mio gruppo preferito

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venerdì 15 giugno 2007

Pensa

Bellissime parole...
 
Pensa

Ci sono stati uomini che hanno scritto pagine
Appunti di una vita dal valore inestimabile
Insostituibili perché hanno denunciato
il più corrotto dei sistemi troppo spesso ignorato
Uomini o angeli mandati sulla terra per combattere una guerra
di faide e di famiglie sparse come tante biglie
su un isola di sangue che fra tante meraviglie
fra limoni e fra conchiglie... massacra figli e figlie
di una generazione costretta a non guardare
a parlare a bassa voce a spegnere la luce
a commententare in pace ogni pallottola nell'aria
ogni cadavere in un fosso
Ci sono stati uomini che passo dopo passo
hanno lasciato un segno con coraggio e con impegno
con dedizione contro un'istituzione organizzata
cosa nostra... cosa vostra... cos'è vostro?
è nostra... la libertà di dire
che gli occhi sono fatti per guardare
La bocca per parlare le orecchie ascoltano...
Non solo musica non solo musica
La testa si gira e aggiusta la mira ragiona
A volte condanna a volte perdona
Semplicemente
Pensa prima di sparare
Pensa prima di dire e di giudicare prova a pensare
Pensa che puoi decidere tu
Resta un attimo soltanto un attimo di più
Con la testa fra le mani
Ci sono stati uomini che sono morti giovani
Ma consapevoli che le loro idee
Sarebbero rimaste nei secoli come parole iperbole
Intatte e reali come piccoli miracoli
Idee di uguaglianza idee di educazione
Contro ogni uomo che eserciti oppressione
Contro ogni suo simile contro chi è più debole
Contro chi sotterra la coscienza nel cemento
Pensa prima di sparare
Pensa prima di dire e di giudicare prova a pensare
Pensa che puoi decidere tu
Resta un attimo soltanto un attimo di più
Con la testa fra le mani
Ci sono stati uomini che hanno continuato
Nonostante intorno fosse tutto bruciato
Perché in fondo questa vita non ha significato
Se hai paura di una bomba o di un fucile puntato
Gli uomini passano e passa una canzone
Ma nessuno potrà fermare mai la convinzione
Che la giustizia no... non è solo un'illusione
Pensa prima di sparare
Pensa prima dì dire e di giudicare prova a pensare
Pensa che puoi decidere tu
Resta un attimo soltanto un attimo di più
Con la testa fra le mani
Pensa

Il coraggio e la certezza dell'amore

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Il coraggio e la certezza dell'amore
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(R. Tagore)

Dammi il supremo coraggio dell'amore.
Questa è la mia preghiera:
coraggio di parlare,
di agire, di soffrire,
di lasciare tutte le cose,
o di essere lasciato solo.
Temprami con incarichi rischiosi,
onorami con il dolore,
e aiutami ad alzarmi ogni volta che cadrò.

Dammi la suprema certezza dell'amore.
Questa è la mia preghiera:
la certezza che appartiene alla vita nella morte,
alla vittoria nella sconfitta,
alla potenza nascosta nella più fragile bellezza,
a quella dignità nel dolore,
che accetta l'offesa,
ma disdegna di ripagarla con l'offesa.
Dammi la forza di amare
sempre e ad ogni costo.

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giovedì 14 giugno 2007

Mozia leggete ma andate a visitarla

Mozia

Per conoscere le origini di Mozia bisogna risalire all'VIII secolo a.C., quando un gruppo di fenici, provenienti da Tiro, fondarono una colonia nell'isoletta dello Stagnone e la chiamarono appunto Mozia


Questa parola lingua semitica significa "filanda". Sull'isola, infatti, i fenici producevano manufatti tessili che poi commerciavano. Questa attività in poco tempo rese la città florida e rinomata in tutto il mediterraneo.

Per un paio di secoli, la vita dell'isola si svolse serenamente, ma, a partire dal VIsecolo a.C. i Greci di Sicilia cominciarono ad insidiare il dominio commerciale fenicio-punico nel Mediterraneo. Per proteggersi dal pericolo i moziesi fortificarono l'isola con alte mura, torri, robuste porte e accettarono la protezione della flotta cartaginese

Nonostante queste precauzioni, quando nel 397 a.c. il sinistro tiranno di Siracusa attaccò l'isola con 700 navi e più di 100.000 soldati, l'isola venne distrutta ed incendiata e gli abitanti barbaramente trucidati.


Da quel momento Mozia venne dimenticata.


Nel 1101 alcuni monaci eressero qui un convento dedicato al loro Santo protettore: S. Pantaleo. Da qui il nome con il quale l'isola venne per alcuni secoli conosciuta, fin quando Giuseppe Whitaker non la scoprì valorizzandone l'ingente patrimonio storico e archeologico.

Giuseppe Pipla Whitaker, grande appassionato d'archeologia, acquistò l'isola nel 1906 ed iniziò gli scavi. Nel 1927, a conclusione dei lavori, pubblicò un volume intitolato " Mothia, a Phoeniciancolonyin Sicily" nel quale riportava le varie fasi degli scavi ed elencava i numerosi ritrovamenti.

Per seguire da vicino i lavori di scavo fece costruire sull'isola una villa che oggi è sede del museo a lui intitolato

Alla morte di Pipla figlia Delia ereditò Mozia insieme ad un ingente patrimonio.

Oggi l'isola appartiene alla fondazione G. Whitaker che ha sede a Villa Malfitano a Palermo.

Una delle attrazioni principali della splendida isola di Mozia è la statua marmorea di un giovane, comunemente nota come il "Giovanetto di Mozia". Dagli studiosi che ad essa si sono interessati è stata definita come la "statua dei misteri", proprio perché misteriosi sono la sua origine, la sua rappresentazione simbolica, lo stile artistico e il secolo in cui la si possa collocare.

Alla scoperta del giovine di Mozia



Il Misterioso insieme è il fatto che si tratti di un reperto greco rinvenuto in una provincia punica.

Ciò, infatti, ha destato molto stupore negli archeologi almomento del suo ritrovamento, il 31 ottobre 1979.

A prima vista potrebbe sembrare una uriga per via della tunica di garza a piegoline verticali e parallele, stretta alpetto, all'altezza dellosterno, daunafascia. Ma varie sono le ipotesi: sufeta, atleta vincitore e persino dio.

Parecchie difficoltà sono sorte riguardo al secolo e dallo stile artistico del manufatto. Appartiene probabilmente alla fase dell'arte greca che va da l470 al 448 a.C.


IL MUSEO

Il museo, dedicato a Giuseppe Whitaker, ospita i reperti più importanti ritrovati durante gli scavi, oltre al plastico di tutta l'isola

LA VITA NELL'ISOLA OGGI


Ai nostri giorni l'isola è abitata solamente dai guardiani che durante la notte sorvegliano onde evitare saccheggi o vandalismo da parte di persone esterne.

Durante il giorno invece la si può visitare raggiungendola in pochi minuti con un traghetto .

PAESAGGIO & NATURA


Il paesaggio che ci troviamo davanti quando arriviamo è spettacolare perché non ha subito modifiche di alcun genere, infatti le uniche costruzioni contemporanee sono state il museo e poche case attorno ad esso in modo da mantenere il luogo tale e quale a 2500 anni fa. Un sentiero però permette di effettuare il periplo dell'isola e di scoprire i resti della città fenicia percorribile in 1 h e 30 min circa.


Fino al 1971 si poteva raggiungere l'isola anche a bordo di un carretto trainato da un cavallo lungo il tracciato di una strada fenicia che collega l'isola alla terraferma.


Dato che la strada si trova appena sotto il pelo dell'acqua si aveva la strana sensazione che il carretto "camminasse sull'acqua". Era questo il mezzo più comune per il trasporto dell'uva Grillo coltivata sull'isola dal XIX sec, ed utilizzata per la produzione del Marsala. Si giunge in prossimità dell'isola accolti da una profusione di profumi e di colori: la vegetazione, di tipo mediterraneo, è rigogliosissima soprattutto in primavera





giovedì 7 giugno 2007

Visita Mozia

Ciao a domani parto per Mozia un'isola vicino alla Sicilia. Spero di rimanere tutto il tempo possibile per visitare sia l'isola di Mozia che dicono sia bellissima sia la Sicilia che dicono sia splendida.
Quando torno inserirò anche delle foto
Ciao

mercoledì 6 giugno 2007

Allegria

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Allegria
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(Rivista "Il Cenacolo" n. 6-2002)

Sii benedetto, Signore, per la gioia che mi doni
gioia più grande di tutte le gioie:
la gioia della salvezza che hai offerto,
la gioia della risurrezione che promette futuro,
la gioia del Vangelo che è messaggio di vita,
la gioia della tua parola, Signore,
più ricca di tutti i tesori,
più splendente di tutti gli onori.

Grande è la mia allegria, o Signore,
perché tu mi ami.
Fa' crescere in me, Signore,
la gioia di offrire e la gioia di perdonare,
la gioia di servire e la gioia di condividere,
la gioia di credere e la gioia di sperare.

Grande è la mia allegria, o Signore,
perché tu mi ami.
Il tuo sole entri nella mia casa
e la tua gioia illumini il mio volto.
Perdona le mie arie accigliate,
i miei sorrisi stereotipati,
le mie debolezze e i miei scoraggiamenti.
Perdona se dimentico l'immensa felicità di vivere.

Grande è la mia allegria, o Signore,
perché tu mi ami.
Aiutami a scoprire la faccia luminosa
di ogni persona che incontro,
e che un raggio di sole brilli
su tutti coloro che sono nella miseria.
Donami un cuore inondato di sole perché
sappia offrire ad ogni istante un viso gioioso.
Grande è la mia allegria, o Signore,
perché tu mi ami.


 

sabato 2 giugno 2007

Cittadino del mondo

Dedicato a chi non vede più in la del suo naso. Pensiamoci ...
 
Cittadino del mondo
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(Fonte non specificata)

Il tuo Cristo è ebreo
e la tua democrazia è greca.
La tua scrittura è latina
e i tuoi numeri sono arabi.
La tua auto è giapponese
e il tuo caffè brasiliano.
Il tuo orologio è svizzero
e il tuo walkman è coreano.
La tua pizza è italiana
e la tua camicia è hawaiana.
Le tue vacanze sono turche,
tunisine o marocchine.
Cittadino del mondo,
non rimproverare il tuo vicino
di essere... straniero.

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