Il nome del Blog nasce da una canzone dei Nomadi che è il mio gruppo preferito

Benvenuto

Ciao a Tutti
sono Claudio e vi do il benvenuto sul mio Blog

sabato 31 maggio 2008

Essere creduti

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Essere creduti
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(Don Tonino Bello)

Se la fede ci fa essere credenti,
e la speranza ci fa essere credibili,
è solo la carità che ci fa essere creduti.

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giovedì 29 maggio 2008

Lungo il Calvario

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Lungo il Calvario
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(A. Rita Mazzocco, Cantico di Tommaso)

C'ero anch'io quella mattina
sulla via della croce.
Eri a poca distanza da me
mentre fra sputi ed insulti
arrancavi verso il posto
dove avevamo decretato
che Tu morissi.
Attorno a me la folla.
C'era chi voleva solo curiosare
e chi era capitato lì per caso
ma c'era anche chi voleva partecipare
per vendicarsi di Te
almeno solo con lo sguardo.
L'ennesima profanazione di quel corpo
già ridotto ad un'unica piaga:
la miseria umana.

Non so dirti perché accorsi anch'io
a quella sagra dell'ingiustizia
ma, come Zaccheo, mi feci largo tra la folla
per vedere.
Ed ero in prima fila.
Tutto ciò di cui potrei essere capace era lì
davanti ai miei occhi
sprofondati tra quelle piaghe
che invocavano la morte.

Stavi per passarmi davanti
ma io non volevo più vedere oltre.
Avrei voluto essere lontano
il più lontano possibile da quello scempio
ma ormai non potevo più scappare.
Ero imbottigliato tra la folla
che i soldati romani spingevano indietro
per lasciar passare la giustizia dell'uomo.

Ora non eri più una macchia di sangue
sulla via del Calvario.
Ora si riconosceva un volto.
Ed eri ancora umano.
Dicono che tu fossi il più bello fra gli uomini
ma io non ti avevo mai visto prima.
Quella mattina però lo eri davvero
talmente bello da non aver il coraggio di guardarti.
E abbassai lo sguardo
per non correre il rischio d' incontrare il tuo.
Come uno struzzo sperai
d'aver scampato il pericolo di quell'incontro.

E mi passasti davanti
ma io non sollevai gli occhi da terra.
Vidi soltanto i tuoi piedi piagati
che sostarono alcuni secondi davanti a me.
Sicuramente dovevi riprendere fiato.
Ma uno schiocco di frusta
ti richiamò al tuo dovere di vittima...
E così riprendesti sulle spalle il mio peccato
avanzando ancora con fatica.
Ma sui sassi mi lasciasti il tuo ricordo.

Dicono che moristi alle tre
ma io non venni a vedere.
Ero rimasto lungo la via del Calvario
seduto a terra
davanti a quell'impronta di sangue
che mi schiantava il cuore.

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mercoledì 28 maggio 2008

Frutti

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Frutti
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(Madre Teresa di Calcutta)

Il frutto del silenzio è la preghiera.
Il frutto della preghiera è la fede.
Il frutto della fede è l'amore.
Il frutto dell'amore è il servizio.
Il frutto del servizio è la pace.

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sabato 24 maggio 2008

Padre nostro del povero e dell'emarginato

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Padre nostro del povero e dell'emarginato
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(Pe. Cireneo Kuhn SVD (Brasile) canto, ed. Verbo Filmes)

Padre nostro, del povero e dell'emarginato.
Padre nostro, dei martiri e dei torturati,
il tuo nome è santificato in colui che muore difendendo la vita,
il tuo nome è glorificato quando la giustizia è nostra misura.
Il tuo regno è di libertà, fraternità, pace e comunione.
Maledetta tutta la violenza che divora l'uomo con la repressione.
Sia fatta la tua volontà.
Sei il vero Dio liberatore.
Non seguiremo le dottrine tramate dal potere dell'oppressione.
Ti chiediamo il pane della vita, della speranza e dei poveri,
il pane che ci porta all'unità
e ricostruisce l'uomo invece che i cannoni.
Perdonaci
quando per paura
rimaniamo zitti davanti alla morte.
Distruggi
il regno della corruzione come legge dei più forti.
Proteggigi
dalla cattiveria dei potenti e degli assassini.
Dio,
Padre,
Rivoluzionario,
Fratello dei poveri,
Dio degli oppressi.

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lunedì 19 maggio 2008

Prendi il tempo

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Prendi il tempo
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(Il Pane di S. Antonio, Maggio 2005)

Prendi il tempo per riflettere:
è una fonte di pace.
Trova un tempo per svagarti:
è il segreto della giovinezza.
Scegli un tempo per leggere:
è la fonte della saggezza.

Prendi il tempo per amare ed essere amato:
è un dono di Dio.
Trova il tempo per la tenerezza:
è la strada della felicità.
Scegli il tempo per sorridere:
è una musica per l'anima.

Prendi il tempo per dare:
è la porta della fraternità.
Trova un tempo per lavorare:
è il prezzo del successo.
Scegli il tempo per essere solidale:
è la chiave del cielo.

Prendi il tempo per pregare:
è la forza della tua debolezza.

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sabato 17 maggio 2008

Non ci sono parole…

14 anni, ammazzata dai coetanei…
http://www.troviamoibambini.it/index.php/bambina-scomparsa-uccisa-incontri-a-sfondo-sessuale/

È morta per asfissia da strangolamento Lorena Cultraro (nella foto a sinistra), la ragazza di 14 anni uccisa e gettata in una cisterna nelle campagne di Niscemi. Lo ha stabilito il medico legale che venerdì 16 ha effettuato l'autopsia sul cadavere.

La ragazza ha lividi sul corpo e sul viso, causati dai calci e dai pugni ricevuti prima di essere strangolata con il cavo di un'antenna tv.

Il medico ha asportato l'utero per effettuare analisi più approfondite con l'obiettivo di stabilire se Lorena poteva essere incinta, come sostenuto dai tre ragazzi arrestati dai carabinieri con l'accusa di omicidio premeditato e occultamento di cadavere. L'esito si conoscerà nei prossimi giorni.

Intanto sabato si svolgeranno nella Chiesa Madre di Niscemi i funerali di Lorena. E il paese sarà in lutto, come proclamato dal sindaco Giovanni Di Martino.

Dopo aver confessato il delitto, uno dei tre ragazzi ha chiesto al giudice se poteva andare a casa. Secondo il Giornale di Sicilia, nella caserma dei carabinieri di Niscemi, aveva appena finito di raccontare agli investigatori e al magistrato l'orrore dell'omicidio. Quando ha finito avrebbe detto:

 
 

"Signor giudice, le ho confessato tutto. Ora posso andare a casa?". A quel punto, riferisce il quotidiano, il magistrato del tribunale dei minori gli ha gridato: "Ma lo capisci che hai confessato un omicidio? Ma dove vuoi andare?".

 
 

Ieri il gip ha confermato il fermo dei tre minorenni che hanno confessato di aver ucciso la ragazzina, trovata morta in un pozzo martedì scorso. Nessuno dei tre giovani, tutti minorenni, potrà essere condannato all'ergastolo. La pena massima prevista dal codice è di trent'anni, con la possibilità di una riduzione di pena fino a un terzo.

I calci, i pugni e gli schiaffi prima dell'omicidio i tre ragazzi (di 15, 16 e 17 anni) li avevano confessati anche prima dell'autopsia.

 
 

Avevano detto di aver massacrato di botte Lorena e di averla tolta di mezzo perché i loro incontri a sfondo sessuale e il rischio che lei fosse rimasta incinta li avrebbe messi nei guai con le rispettive fidanzatine.

 
 

Fino al giorno del ritrovamento del corpo di Lorena avevano però cercato di depistare le indagini, fornendo ai carabinieri false informazioni sui movimenti della ragazza e sugli orari dei loro spostamenti effettuati il 30 aprile scorso, giorno in cui la quattordicenne è stata uccisa. E il 13 maggio scorso, quando l'agricoltore Paolo Avila di 68 anni, denuncia alle 12.30 ai carabinieri di aver trovato un cadavere nella propria cisterna in campagna, la notizia raggiunge subito i tre responsabili del delitto, che nel frattempo avevano già i telefoni sotto controllo, perché sospettati.

Alle 13.02 Giuseppe chiama Domenico e lo avvisa che "Lorena è stata trovata dentro un pozzo" e l'amico gli risponde di informarsi "se è vero". Dalla conversazione colpisce l'atteggiamento di Domenico, che è alquanto freddo, distaccato e tranquillo alla notizia appresa da Giuseppe. Quest'ultimo, però, appare preoccupato. Domenico si mette subito al telefono e chiama Alessandro, il più piccolo del gruppo, e gli dice: "Vieni a casa mia che ti devo dire una cosa". Anche in questo caso emerge il carattere autoritario o meglio prevalente rispetto agli altri due ragazzi.

 
 

Proprio Domenico che invia l'sms con il quale comunica ad Alessandro che si doveva "ammazzare Lorena".

 
 

Il quadro complessivo viene poi tracciato da Alessandro, che ricostruisce le fasi del delitto. Accuse poi confermate davanti ai carabinieri dagli altri due complici.

Fonte

 
 

Il padre di uno dei ragazzini:

Perdono. Per sé, ma non per il figlio che ha confessato l'assurdo omicidio di Lorena Cultraro.

Chiede di essere perdonato il padre di uno dei ragazzi minorenni, autoaccusatisi del delitto della 14enne di Niscemi, provincia di Caltanissetta. Un ragazzina picchiata con calci e pugni, strangolata con un'antenna tv. Gettata in un pozzo come nei peggiori film dell'orrore.

Al TgRai Sicilia l'uomo, che non era inquadrato in volto, condanna senza mezzi termini il gesto del figlio: "Se è vero che lo ha fatto - dice - non lo perdono neppure io. Porgo ai genitori di Lorena le mie più sentite condoglianze e chiedo loro di perdonare me, non mio figlio. Ho vergogna persino di uscire da casa".

Fonte

 
 

Signor Giudice ho confessato l'omicidio, posso andare a casa…

E sono, coetanei, ragazzini di 14 anni o poco più, senza coscienza della vita e del dolore, per aver ammazzato una loro "amichetta"…

Quanto timore della legge possono avere "ragazzini" che "ragionano" in questo modo ?

Ma soprattutto:

Perchè ?

Chi accusare in questi casi, la famiglia o la società ?

Un abbraccio sincero da parte di tutti noi, alla famiglia di Lorena.

IL COMITATO TROVIAMO I BAMBINI
Bambini Scomparsi

La montagna

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La montagna
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(Fonte non specificata)

Abbi massimo rispetto per questo luogo
e per tutto ciò che quassù trovi,
se tu non l'hai portato con fatica
qualcun altro l'ha fatto.

Se tu, essere vivente, non credi in un Essere Supremo
guardati attorno e pensa
se tu saresti in grado di fare
tutto ciò che il tuo occhio vede.

Amami e io non ti tradirò
sii coraggioso e mi vincerai.

Attento a dove posi il piede,
per colpa tua qualcun altro più in basso
può lasciarci la vita.

Ai 1500 metri dimentica chi sei,
con persone di differente età usa il voi,
con persone della stessa età usa il tu.

Ai 2000 metri dimentica il mondo, gli affanni, le tasse
e goditi la vera pace.

Ai 2500 metri dimentica il tuo io,
la boria, la cultura, la forza fisica,
perché se quassù sei giunto
sei in tutto e per tutto uguale agli altri
che quassù stanno.

Non credere, piccolo uomo, di essere chissà chi,
perché prima che esistessi
io già c'ero
e quando tu non esisterai più
io ancora ci sarò.

firmato La Montagna

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venerdì 16 maggio 2008

A me ha fatto pensare…

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Nabot possedeva una vigna
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(S. Ambrogio di Milano, De Nabuthae, 1.1)

"Nabot possedeva una vigna vicino al palazzo di Acab di Samaria..." (1 Re 21).
La storia di Nabot è antica per età, ma nel costume è quotidiana.
Quale ricco, infatti, non desidera ogni giorno avidamente i beni altrui?
Quale potente non pretende di cacciare via il povero dal suo piccolo podere e di togliere chi non ha mezzi dalla terra dei padri?
Chi è mai contento di quello che ha?
Quale ricco non sente accendersi l'animo dal desiderio di possedere i beni del vicino?
Sicché di Acab non ne è nato uno solo; e ciò che è peggio, Acab nasce ogni giorno e non muore mai a questo mondo.
Appena ne scompare uno, ne vengono fuori altri, in gran numero, e sono più quelli che rubano di quelli che accettano di rimetterci.
Ma neppure Nabot è l'unico povero che sia stato ucciso; ogni giorno un Nabot è prostrato, ogni giorno un povero viene ucciso.
Angosciata da questo timore la gente si ritira dalle sue terre e il povero, carico del suo pegno d'amore, emigra con i figli, mentre la moglie lo segue in lacrime, come se accompagnasse il marito al sepolcro.
Fin dove volete arrivare, o ricchi, con le vostre assurde cupidigie?
Pensate di rimanere soli ad abitare la terra?
Perché scacciate chi è compartecipe ai beni della natura e rivendicate per voi soli il possesso dei beni naturali?
La terra è stata creata come un bene comune per tutti, per i ricchi e per i poveri: perché voi ricchi vi arrogate il diritto di proprietà del suolo?

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lunedì 12 maggio 2008

Ma tu non passare

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Ma tu non passare
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(Chiara Lubich)

Sì, siamo contenti, Signore,
quando l'ala di un angelo
ci discopre il celeste orizzonte,
che la prova ci aveva
bruscamente annientato.
Siamo contenti, Signore,
perché il tuo amore
si mostra in quei momenti così onnipotente
che la nostra anima
è in adorazione ed esaltazione
fino al silenzio.
Che passi, Signore, la prova
che ci attanaglia l'anima fino all'agonia;
ma non tramonti no, mai,
quella splendida tua figura luminosa
nella notte nera,
quando,
nel deserto del tutto,
Tu solo sei fiorito per noi,
e, nel silenzio di ogni cosa,
Tu solo hai parlato
e, nell'assenza d'ognuno,
Tu solo ci hai fatto compagnia,
ripetendoci soavemente le verità
che non debbono affievolirsi
nella nostra anima:
che qui siamo di passaggio
e il luogo dell'arrivo è un altro;
che tutti sono ombra
e Tu solo la realtà.
Che passi la prova, Signore,
ma Tu non passare
e chiudici,
incantati dal dolore,
nel cuore della Trinità.
Signore,
che l'inganno del mondo
non ci riprenda,
anche nelle cose
più sante che esso possiede,
ma solo il Santo sia con noi e in noi
e la Santa, la Vergine, tua Madre,
la veste
che tutti ricopra, per sempre.

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domenica 11 maggio 2008

Festa della mamma.

Festa della mamma.
La festa della mamma è una delle ricorrenze più dolci dell'anno, perché
dedicata alla persona che più ci vuole bene e ci sta vicino durante la
nostra vita:
la mamma!

 
 

Questa festa ha origini molto lontane, infatti secoli addietro venivano
compiuti antichissimi riti pagani che duravano diversi giorni, per
festeggiare la
rinascita della primavera ed il rifiorire della natura ed erano chiamati i
giorni della "Grande Madre", simbolo di fertilità.

 
 

Anche nell'antica Grecia gli elleni dedicavano alle loro genitrici un giorno
dell'anno, con la festa in onore della dea Rea, madre di tutti gli Dei.

 
 

Gli antichi romani, invece, usavano festeggiare per una settimana intera la
divinità Cibele che simboleggiava madre
natura e tutte le genitrici.

 
 

La nascita dell'attuale festa della mamma, come la intendiamo noi, risale
invece al XVII secolo e affonda le sue radici in Inghilterra, dove cominciò
a
diffondersi la tradizione del "Mothering Sunday" che coincideva con la
quarta domenica di Quaresima.

 
 

In occasione di tali festeggiamenti venivano regalate delle rose rosse alle
mamme e veniva preparato il "Mothering cake", un dolce tipico a base di
frutta.
Nonostante fosse festeggiata già da molto tempo, la festa della mamma venne
ufficializzata solo qualche tempo dopo.

 
 

Negli Stati Uniti nel maggio 1870, Julia Ward Howe, attivista pacifista e
abolizionista, propose di fatto l'istituzione del Mother's Day, come momento
di
riflessione contro la guerra.

 
 

La festività fu ufficializzata nel 1914 dal presidente Woodrow Wilson con la
delibera del Congresso di festeggiarla la seconda domenica di maggio, come
espressione pubblica di amore e gratitudine per le madri e speranza per la
pace.

 
 

Da li, la festa si diffuse poi in tutto il mondo anche se festeggiata in
giorni diversi.
In Italia fu festeggiata la prima volta nel 1957 da don Otello Migliosi ad
Assisi, nel piccolo borgo di Tordibetto di cui era parroco.


auguri a tutte le mamme!

 
 

 Il tempo è troppo breve per chi gioisce, troppo lungo per chi soffre, ma per chi ama il tempo non esiste!

sabato 10 maggio 2008

Sali sulla mia barca, Signore

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Sali sulla mia barca, Signore
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(Fonte non specificata)

Sali sulla mia barca, Signore!
Tante volte ho avuto l'impressione
che la mia vita
sia come una notte trascorsa
in una pesca fallita.
Allora mi assale la delusione,
mi prende il senso dell'inutilità.
Sali sulla mia barca Signore,
per dirmi da che parte
devo gettare le reti,
per dare fiducia ai miei gesti,
per capire che non devo
lavorare da solo,
per convincermi che il mio lavoro
vale niente senza di Te,
senza la Tua presenza.
Sali sulla mia barca Signore,
per donare calma e serenità.
Prendi Tu il timone:
accetto di essere tuo pescatore.
Insieme pescheremo, Signore,
e giungeremo sicuri
al porto della vita.

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giovedì 8 maggio 2008

Sono un povero

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Sono un povero
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(P. Gianni Fanzolato)

Sono un povero, Signore,
ma mi è rimasto il sorriso
che regalo a chi incontro triste
o a chi ha perduto la gioia di sorridere.

Sono un povero, Signore,
ma do volentieri una carezza
a chi non si sente amato in questo mondo
ai senza voce, agli ultimi, ai poveri e migranti.

Sono un povero, Signore,
ma tu m'hai fatto ricco di perdono,
non costa niente offrirlo a chi mi ha offeso,
ma come riempie il cuore di pace il perdonare.

Sono un povero, Signore,
ma tu mi hai insegnato compassione;
rido con chi ride, piango con chi piange,
porto con gioia la mia e la croce di chi soffre.

Sono un povero, Signore,
ma stringo contento la mano del vicino,
do una pacca sulla spalla a chi scorgo solo,
perdo il mio tempo con chi cerca un po' di calore.

Sono povero, Signore,
ma mi hai lasciato un cuore
per pregare, ascoltare la tua voce,
parlare di te e dei fratelli che mi hai dato.

Sono povero, Signore,
ma la tua grazia mi basta,
mi da la gioia vera e ali per volare,
colora di luce l'orizzonte e senso al camminare.

Sono povero, Signore,
ma ho Te, mangio il tuo Pane,
respiro il tuo alito di vita che fortifica,
mi aspetti sempre quando decido di lasciarti.

"Non sei più povero, sarai il più ricco
se mi ami e darai il tuo amore a chi ti vive accanto".

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mercoledì 7 maggio 2008

Verità

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Verità
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(Jalal ed Din Rumi)

La verità era uno specchio che,

cadendo, si ruppe.

Ciascuno ne prese un pezzo e, v

edendovi riflessa la propria immagine,

credette di possedere l'intera verità.

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martedì 6 maggio 2008

Signore, quando avrò fame...

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Signore, quando avrò fame...
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(Madre Teresa di Calcutta)

Signore, quando avrò fame,
dammi qualcuno che ha bisogno di mangiare;
Signore, quando avrò sete,
dammi qualcuno che ha bisogno di acqua;
Signore, quando avrò freddo,
dammi qualcuno che ha bisogno di calore.
Signore, quando soffrirò,
dammi qualcuno che ha bisogno di consolazione;
Signore, quando la mia croce sembrerà pesante,
fammi condividere la croce di un altro;
Signore, quando mi sentirò povera,
mettimi al fianco di qualcuno più bisognoso.
Signore, quando vorrò che gli altri mi comprendano,
dammi qualcuno che ha bisogno della mia comprensione.
Signore, rendimi degna, di servire i fratelli,
dà loro, attraverso le queste mani,
non solo il pane di tutti i giorni,
ma anche il nostro amore misericordioso,
immagine del tuo.

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lunedì 5 maggio 2008

Senza titolo…

Nella sala operatoria della clinica universitaria

stava per essere introdotta una barella.


 

Su di essa giaceva un malato al quale il chirurgo stava
spiegando l'operazione che doveva subire di lì a poco.



«Lei ha un forma piuttosto grave di carcinoma alle corde vocali.

Noi siamo certi di poterlo estirpare interamente,
così le salveremo la vita, ma lei non potrà mai più parlare ... ».

Il medico fece una pausa e poi continuò:
« ... se ora volesse pronunciare le ultime parole della sua vita con la sua voce, può farlo».

Il paziente rimase un attimo in silenzio e poi, con voce alta e chiara, disse:
«Sia lodato Gesù Cristo!».

Qualcuno si fa tatuare il nome della persona amata sulla pelle.
Credere significa portare il nome di Gesù inciso nel profondo dell'anima...

domenica 4 maggio 2008

Mio Signore

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Mio Signore
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(Rabindranath Tagore)

Lascia che io mi sieda
per un momento al tuo fianco;
finirò più tardi
il lavoro che mi attende.

Lontano dal tuo sguardo,
io subito mi stanco;
il mio lavoro è pena
e mi sento perduto.

Con te trovo la vita,
i suoi sussurri e sospiri,
ho mille menestrelli
alla corte del tuo amore.

Lascia che io mi sieda
a faccia a faccia;
voglio cantare la gioia
d'appartenere a te.

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venerdì 2 maggio 2008

Credevo, credevo...

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Credevo, credevo...
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(Fonte non specificata)

Ho dato un pane a un povero.
Credevo d'essere stato caritatevole; invece era giustizia,
perché io ho tanto pane e lui ha fame.

Ho guidato un cieco per un tratto di strada.
Mi sentivo buono; invece era giustizia,
perché io ci vedo e lui no.

Ho regalato un abito usato ad una povera anziana.
Credevo d'essere stato altruista; invece era convenienza:
gliel'ho dato per disfarmene, a me non serviva più.

Ho gridato a un giovane di andare a lavorare invece di chiedere l'elemosina.
Credevo di dargli una lezione; invece era ingiustizia:
aveva bisogno di lavoro e di rispetto.

Mi sento un buon cristiano, con la coscienza a posto.
Vado a Messa, recito qualche preghiera, non faccio del male a nessuno;
invece sono egoista e ipocrita.

Perché al Signore, che mi dona ogni istante di vita,
riservo solo le briciole della mia giornata,
e ai miei fratelli riservo le briciole dell'amore che Egli mi dona...

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giovedì 1 maggio 2008

L'avventura d'ogni giorno

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L'avventura d'ogni giorno
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(Tonino Lasconi, Amico Dio)

Signore,
il sole è sorto
e mi metti in mano
una esperienza nuova.
Sarà bella? Sarà noiosa?
Sarà utile?
Non lo so ancora.
Però son certo
che molto dipenda da me.
Questo fammelo capire...
perché spesso rischio
di aspettarmi tutto dagli altri;
tutto da te.

Fammi sentire responsabile
di quello che faccio.

Tu hai creato l'uomo
senza chiedergli il permesso
ti sei però subito legato le mani
e non gli puoi fare niente
se non lo vuole.

Signore,
aiutami a spalancare gli occhi
per vedere dove mi trovo
e chi avrò vicino.

Signore,
aiutami a drizzare bene le orecchie
per raccogliere tutte le voci
che la vita mi invia
e rispondere con coraggio
e fantasia.

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