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Lettera di chi non ha tutto
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(Fonte non specificata)
Caro Gesù,
quest'anno ho voluto anch'io scriverti per Natale. Questa lettera non la leggerà mai nessuno, ma non importa: l'importante è che arrivi a te.
Non ho particolari cose da chiederti.. anzi nessuna, se non una. Voglio pregarti per tutte le persone che incontro ogni giorno, che incrocio per le strade, che mi passano accanto nei supermercati, che vedo alla televisione, che assistono ai concerti e ascoltano la musica come me. Voglio pregarti perché siano felici.
Eh sì... perché qualche volta ho l'impressione che non sia così. Mi sembrano tanto tristi... E non capisco cosa gli manchi! Secondo la logica di questo mondo io non ho niente e loro tutto...
Pensa... io vorrei parlare, ma non posso.
Urlare... men che meno!
Vorrei correre... ma come faccio?
Saltare non esiste...
Un po' camminare.. ma che fatica!
Mangiare... mai da solo!
Bere... quando me lo danno.
Andare ai servizi... non ne parliamo!
Cantare: un sogno!
Per la musica che fanno gli altri... impazzisco!
Scrivere... non se ne parla;
prima vorrei imparare i colori, ma non ci riesco!
Adoro il calcio, ma non ci gioco...
Una cosa bella, però, ce l'ho anch'io; è una cosa spettacolare, il più grande dono che potessi ricevere:
il sorriso.
Quello non lo risparmio mai a nessuno: né ai genitori, né a mia nonna o a mia sorella, né agli educatori né ai volontari, né ai bambini né agli sconosciuti...
È la mia arma vincente e la uso fino in fondo.
Allora, Gesù, ti prego: dona un po' di questo mio sorriso agli altri; è un sorriso semplice, di chi non parla, non canta, non corre, non gioca... ma che viene dal cuore; dal cuore di chi, nel suo silenzio, ti incontra ogni giorno e ti parla nel segreto. Il sorriso di chi, come te, quando giacevi nella mangiatoia in fasce, avevi bisogno di tutto: di essere nutrito, cambiato, lavato, compreso per le espressioni del tuo viso perché senza parole... Ma io ho 26 anni. Nella mia povertà mi sento vicino a te, e per me questo è tutto. Per questo niente di ciò che mi manca potrà mai togliermi il sorriso.
Questa lettera non la leggerà mai nessuno, perché non potrò mai scriverla. Ma ce l'ho nel cuore e vorrei urlarla al mondo intero
Il nome del Blog nasce da una canzone dei Nomadi che è il mio gruppo preferito
Benvenuto
sono Claudio e vi do il benvenuto sul mio Blog
domenica 29 giugno 2008
Lettera di chi non ha tutto
sabato 28 giugno 2008
RIEMPITE GLI AEREI E PORTATECI...
RIEMPITE GLI AEREI E PORTATECI...
(Tratto dal libro di Don Tonino Bello e Giuliana Martirani "FOTOGRAFIE DAL FUTURO" Le Beatitudini come stile di vita Editrice San Paolo)
"Che cosa può venire di buono da Nazareth?"
Che cosa può venire di buono da Debrezeit,
da Addis Abeba, dai villaggetti africani?
Noi siamo venuti a dare, a portare!
A noi c'è rimasta questa idea: che i missionari,
le missionarie sono quelli che vanno a portare aiuti.
Dovremmo dire ai missionari:
"Quando tornate qui da noi, in Europa,
riempite gli aerei, riempite le navi, portateci...
portateci... vi preghiamo, dei pacchi dono...
perché stiamo morendo non di fame,
ma morendo di tutti questi grandi valori.
Mandateci, pacchi dono di speranza, di fiducia,
di solidarietà, che qui si muore".
Una piccola nube si nasconde
negli irreprensibili, in Bartolomeo:
la riluttanza a ricevere.
Dite la verità, non avete mai affermato, anche voi:
"Che cosa può venire di buono da Nazareth?"
Forse questo è il vostro peccato,
piccolo quanto volete,
ma che vi colloca tra gli ultimi, pure voi.
Vi siete esercitati solo a dare, a ricevere no!
Da un drogato può mai venire qualcosa di buono?
Da una prostituta? Da un avanzo di galera?
Che cosa può dare mai un marocchino,
se non un pericolo di infezione?
giovedì 26 giugno 2008
Ero lungo la strada
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Ero lungo la strada
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(Fonte non specificata)
Ero lungo la strada,
battuta dal vento gelido
e sedevo per terra appesantito dalla noia,
vestito come un misero straccione.
Tu, Signore, sei passato, mi hai guardato
e i nostri occhi si sono incontrati.
I miei erano come spenti,
ma i tuoi erano luminosi come il sole.
Tu mi hai preso per mano e mi hai voluto con te.
Non ti conoscevo e nulla sapevo di te.
Potevi prenderti uno che ti conosceva,
uno meno sporco di me,
uno meno sbagliato di me.
Invece, no: hai voluto proprio me.
Non so proprio cosa hai visto
di interessante in me!
Non te lo chiedo nemmeno
tanto so che non valgo niente.
Eppure hai scelto proprio me,
ultimo fra gli ultimi,
per farmi diventare
un capolavoro del tuo cuore.
Come non ringraziarti, Signore,
ora che, con te, la vita
mi è diventata più preziosa
di mille pezzi d'oro fino?
Ora che i miei stracci sono cambiati
in una veste regale
e da uomo insignificante e inutile
sono diventato cellula viva
del tuo corpo, pieno di affascinante mistero,
come non cantare la tua lode,
come non adorarti presente e operante in me?
Amen.
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lunedì 23 giugno 2008
Solo quando avremo taciuto
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Solo quando avremo taciuto
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(Tonino Bello)
Solo quando
avremo taciuto noi,
Dio potrà parlare.
Comunicherà a noi
solo sulle sabbie del deserto.
Nel silenzio maturano
le grandi cose della vita:
la conversione,
l'amore, il sacrificio.
Quando il sole si eclissa
pure per noi,
e il Cielo non risponde
al nostro grido, e la terra
rimbomba cava sotto i passi,
e la paura dell'abbandono
rischia di farci disperare,
rimanici accanto.
In quel momento,
rompi pure il silenzio:
per dirci parole d'amore!
E sentiremo i brividi della Pasqua.
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L'ala sinistra
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L'ala sinistra
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(Laura Fenuta)
Ho spiccato il volo verso Te, Signore,
ma la mia ala sinistra è rimasta imprigionata tra i rami.
Potevo sentirTi
mentre mi mostravi il mondo
mentre la Tua mano
m'additava la via
mentre il Tuo sguardo
si posava sui cuori che avrei dovuto riscaldare
mentre il Tuo cuore
sorrideva al pensiero delle mie cadute.
Ho spiccato il volo per la Tua via,
ma la mia ala sinistra ha toccato la terra.
Potevo sentirti
mentre per me raccoglievi i sassi
e scostavi via la polvere.
Ho spiccato il volo verso i cuori, Signore,
ma la mia ala sinistra si è ferita alle loro porte.
Potevo sentirti
mentre mi dicevi che quelle erano porte strette
mentre, pietoso, il Tuo dito scavava in quegl'usci
mentre, misericordioso, scavavi nella mia ala sinistra.
Hai spiccato il volo verso me, Signore,
e la mia ala sinistra è rimasta avvinta alla Tua.
Ora possiamo sentirci, così vicini!
Il mondo non ha luogo tra di noi
La terra più non ferisce il mio volo radente,
ma, Tu, perdona se ancora inciampo nei sassi.
La mia ala sinistra è il mio cuore, ancora porta da scavare!
Spicchiamo il volo insieme, Signore!
E che la Tua Ala sinistra
per sempre ferisca e guarisca la mia.
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venerdì 20 giugno 2008
Maria, Madre della speranza
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Maria, Madre della speranza
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(Giovanni Paolo II a Fatima)
Maria,
Madre della speranza,
a Te con fiducia ci affidiamo.
Con Te intendiamo seguire Cristo,
Redentore dell'uomo:
la stanchezza non ci appesantisca
né la fatica ci rallenti,
le difficoltà non spengano il coraggio
né la tristezza la gioia del cuore.
Tu Maria,
Madre del Redentore
continua a mostrarti Madre per tutti,
veglia sul nostro cammino
e aiuta i tuoi figli,
perché incontrino, in Cristo,
la via di ritorno al Padre comune!
Amen.
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martedì 17 giugno 2008
Forza dei deboli
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Forza dei deboli
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(Aelredo di Rievaulx)
Signore Gesù, io sono povero e anche tu lo sei;
sono debole e anche tu lo sei;
sono uomo e anche tu lo sei.
Ogni mia grandezza
viene dalla tua piccolezza;
ogni mia forza viene dalla tua debolezza;
ogni mia sapienza viene dalla tua follia!
Correrò verso di te Signore,
che guarisci gli infermi,
fortifichi i deboli,
e ridoni gioia ai cuori immersi nella tristezza.
Io ti seguirò, Signore Gesù.
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domenica 15 giugno 2008
Il tempo
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Il tempo
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(Rabindranath Tagore)
Il tempo è senza fine nelle tue mani,
mio signore.
Non c'è nessuno che conti le tue ore.
Passano i giorni e le notti,
le stagioni sbocciano e appassiscono
come fiori. Tu sai attendere.
I tuoi secoli si susseguono
per perfezionare un piccolo fiore di campo.
Noi non abbiamo tempo da perdere,
e non avendo tempo dobbiamo affannarci
per non perdere le nostre occasioni.
Siamo troppo poveri per arrivare in ritardo.
E così il tempo passa, mentre io lo dono
a ogni uomo querulo che lo richiede,
e il tuo altare è del tutto vuoto.
Alla fine del giorno m'affretto
per paura che la tua porta sia chiusa;
e invece c'è ancora tempo.
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domenica 8 giugno 2008
Amore e calcolo
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Amore e calcolo
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(don Primo Mazzolari)
I nostri piccoli amori
sono pieni di calcoli:
abbiamo così poco
che ci par di sprecare
se subito
non ci torna indietro qualcosa.
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Prelievo idoneità
Se vuoi diventare Donatore di Sangue
PRELIEVO IDONEITA'
DOMENICA 15 GIUGNO 2008
Presso l'Oratorio di Bertesinella
Dalle ore 8.30 alle 11.00
Ti Aspettiamo!!!
sabato 7 giugno 2008
“Città dell’Antimafia”
Domenica 8 giugno a partire dalle ore 15.00 in Piazza Marconi a Montecchio Maggiore sarà allestita la "Città dell'Antimafia", stand di tutte le associazioni aderenti con presentazioni ed iniziative di autopromozione. L'organizzazione logistica e contenutistica della manifestazione di domenica è stata affidata alla Cooperativa Piano Infinito: «Il tema attorno al quale sarà allestita la cittadella della legalità è quello della legalità e dell'accettazione della differenza- sottolinea il presidente Pino Strano- le associazioni partecipanti si proporranno per farsi conoscere mediante iniziative da esse stesse curate. Il tutto all'interno dell'allestimento di una vera e propria cittadina, i cui vicoli e strade ricorderanno le persone e gli eventi legati alla storia della mafia nel nostro Paese.»
A tutti i partecipanti sarà donato un oggetto-ricordo della manifestazione: una borsa con il logo "condividere", simbolo del principio guida delle associazioni.
Sarà presente anche la bancarella della Prometeo dedita alla lotta contro la pedofilia e tutela dell'infanzia.
venerdì 6 giugno 2008
Si cerca un uomo
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Si cerca un uomo
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(don Primo Mazzolari)
Si cerca per la Chiesa
un prete capace di rinascere
nello Spirito ogni giorno.
Si cerca per la Chiesa un uomo
senza paura del domani
senza paura dell'oggi
senza complessi del passato.
Si cerca per la Chiesa un uomo
che non abbia paura di cambiare
che non cambi per cambiare
che non parli per parlare.
Si cerca per la Chiesa un uomo
capace di vivere insieme agli altri
di lavorare insieme
di piangere insieme
di ridere insieme
di amare insieme
di sognare insieme.
Si cerca per la Chiesa un uomo
capace di perdere senza sentirsi distrutto
di mettere in dubbio senza perdere la fede
di portare la pace dove c'è inquietudine
e inquietudine dove c'è pace.
Si cerca per la Chiesa un uomo
che sappia usare le mani per benedire
e indicare la strada da seguire.
Si cerca per la Chiesa un uomo
senza molti mezzi,
ma con molto da fare,
un uomo che nelle crisi
non cerchi altro lavoro,
ma come meglio lavorare.
Si cerca per la Chiesa un uomo
che trovi la sua libertà
nel vivere e nel servire
e non nel fare quello che vuole.
Si cerca per la Chiesa un uomo
che abbia nostalgia di Dio,
che abbia nostalgia della Chiesa,
nostalgia della gente,
nostalgia della povertà di Gesù,
nostalgia dell'obbedienza di Gesù.
Si cerca per la Chiesa un uomo
che non confonda la preghiera
con le parole dette d'abitudine,
la spiritualità col sentimentalismo,
la chiamata con l'interesse,
il servizio con la sistemazione.
Si cerca per la Chiesa un uomo
capace di morire per lei,
ma ancora più capace di vivere per la Chiesa;
un uomo capace di diventare ministro di Cristo,
profeta di Dio, un uomo che parli con la sua vita.
Si cerca per la Chiesa un uomo.
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giovedì 5 giugno 2008
La pace
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La pace
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(S. Agostino, disc.357,2.3)
Basta che tu ami la pace,
ed essa immediatamente è con te.
La pace è un bene del cuore.
Se volete attirare gli altri alla pace,
abbiatela voi per primi;
siate voi anzitutto saldi nella pace.
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mercoledì 4 giugno 2008
Colui che ama
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Colui che ama
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(Erasmo da Rotterdam)
Colui che ama profondamente
non vive più per sé,
ma per l'amato.
E quanto più si allontana da sé per darsi all'altro,
tanto più grande è la sua gioia.
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Scrivimi, ti prego
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Scrivimi, ti prego
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(Basilio il Grande)
Se mi ami, scrivimi,
ti prego; se sei imbronciato con me,
scrivimi lo stesso,
a dispetto del tuo broncio.
Sarà sempre per me una grande gioia
ricevere una lettera da un amico,
anche se un po' irritato.
Dunque, decìditi...
Esci dalla tua indolenza!
E non dire
che non hai nulla da scrivere.
Se non hai nulla da scrivermi, scrivimi
che non hai nulla da scrivermi:
per me sarà già qualcosa
di importante e di bello!
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lunedì 2 giugno 2008
Il Bersaglio
Un grande maestro di tiro con l'arco organizzò una gara tra i suoi allievi per valutare il loro grado di preparazione.
Nel giorno fissato, un bersaglio di legno con al centro un cerchio rosso fu legato su un albero ad una estremità della radura.
All'estremità opposta, fu tracciata sul suolo una linea, dietro la quale si piazzarono i concorrenti.
Un giovane avanzò baldanzosamente, impaziente di dimostrare la sua abilità.
Afferrò saldamente l'arco e una delle frecce, poi si sistemò in posizione di tiro.
«Posso tirare, maestro?» chiese.
Il maestro che lo fissava attentamente gli domandò:
«Vedi i grandi alberi che ci circondano?».
«Sì, maestro, li vedo benissimo tutt'intorno alla radura».
«Bene», rispose il maestro,
«torna con gli altri perché non sei ancora pronto».
L'allievo, sorpreso, posò l'arco e obbedì.
Un secondo concorrente si fece avanti.
Prese l'arco e la freccia e mirò con cura.
Il maestro si portò di fianco all'arciere e gli chiese:
«Puoi vedermi?».
«Sì, maestro, posso vedervi. Siete qui vicino a me».
«Torna a sederti con gli altri» rispose il maestro.
«Tu non potrai mai colpire il bersaglio».
Tutti i partecipanti, gli uni dopo gli altri, afferrarono
l'arco e si prepararono a scoccare la freccia,
ma ogni volta il maestro poneva loro una domanda,
ascoltava la risposta e li rimandava alloro posto.
La folla sorpresa cominciò a rumoreggiare.
Nessuno degli allievi aveva tirato una sola freccia.
Allora si fece avanti il più giovane degli allievi.
Se n'era stato in disparte, silenzioso.
Tese l'arco poi restò perfettamente immobile, gli occhi fissi davanti a lui.
«Vedi gli uccelli che sorvolano il bosco?» gli chiese il maestro.
«No, maestro, non li vedo».
«Vedi l'albero sul quale è inchiodato il bersaglio di legno?».
«No, maestro, non lo vedo».
«Vedi almeno il bersaglio?».
«No, maestro, non lo vedo».
Dalla folla degli spettatori si levò una risata.
Come poteva quel ragazzo colpire il bersaglio se non riusciva
nemmeno a distinguerlo dall'altra parte della radura?
Ma il maestro impose il silenzio e domandò pacatamente all'allievo:
«Allora, dimmi, che cosa vedi?».
«Io vedo solo un cerchio rosso» rispose il giovane.
«Perfetto!» replicò il maestro.
«Tu puoi tirare!»
La freccia solcò l'aria sibilando leggera e si piantò vibrando
nel centro del cerchio rosso disegnato sul bersaglio di legno...
Nel cuore di ogni essere umano dimora un desiderio:essere felice.
Ma questo obiettivo, spesso, non viene centrato.
Schiacciato dagli affanni, dalle preoccupazioni del mondo e dai piaceri illusori,
l'uomo sbaglia il "bersaglio" e non "vede"
l'unico obiettivo che dà senso e sapore alla sua vita: Dio.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non chiunque mi dice: "Signore, Signore", entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli.
In quel giorno molti mi diranno: Signore, Signore, non abbiamo forse profetato nel tuo nome?
E nel tuo nome non abbiamo forse scacciato demòni?
E nel tuo nome non abbiamo forse compiuto molti prodigi?
Ma allora io dichiarerò loro:
"Non vi ho mai conosciuti. Allontanatevi da me, voi che operate l'iniquità!".
Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio,
che ha costruito la sua casa sulla roccia.
Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa,
ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia.
Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto,
che ha costruito la sua casa sulla sabbia.
Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande".
(Vangelo secondo Matteo 7,21-27)